ENERGIA – Rinnovabili termiche, arriva il decreto ai privati 700 mln di incentivi l’anno


Con oltre 12 mesi di ritardo il governo vara il provvedimento per lo sviluppo di solare e biomasse nel riscaldamento. Fondi anche per la messa in efficienza degli edifici pubblici. Lo Stato si farà carico del 40% dell’investimento. Clini: “Non ci saranno speculazioni” .

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English: Bill is a thermographer with a home based business in thermography. (Photo credit: Wikipedia)

ROMA – Con un ritardo di oltre 400 giorni rispetto alla scadenza prevista, i ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini e delle Politiche agricole Mario Catania hanno varato oggi lo schema di decreto ministeriale per l’incentivazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili nell’energia termica (riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare termico e solar cooling) e delle misure per la messa in efficienza energetica degli edifici pubblici.

Il provvedimento è un tassello fondamentale delle politiche di riconversione del sistema energetico nazionale in chiave sostenibile al quale l’Italia deve puntare anche in virtù dei traguardi fissati dalla direttiva dell’Unione europea “20-20-20” che fissa per il nostro Paese un obiettivo del 17% di energia prodotta da fonte rinnovabile entro il 2020 e un miglioramento dell’efficienza, alla stessa data, del 20%.

“Per quanto riguarda le fonti rinnovabili termiche – spiega una nota del ministero dell’Ambiente – il nuovo sistema incentivante promuoverà interventi di piccole dimensioni, tipicamente per usi domestici e per piccole aziende, comprese le serre, fino ad ora poco supportati da politiche di sostegno. Il cittadino e l’impresa potranno dunque più facilmente sostenere l’investimento per installare nuovi impianti rinnovabili ed efficienti (con un costo di alcune migliaia di euro) grazie a un incentivo che coprirà mediamente il 40% dell’investimento e che verrà erogato in 2 anni (5 anni per gli interventi più onerosi)”.

[…]”Lo Stato si prende l’impegno di pagare una quota importante dell’investimento di famiglie e pubblica amministrazione per l’efficienza in campo energetico: parliamo del 40% dell’investimento per cifre che sfiorano i 900 milioni di euro all’anno”, ha spiegato il ministro Passera illustrando il provvedimento intervenendo agli Stati generali della green economy in corso a Rimini. “Abbiamo 700 milioni di euro all’anno per i privati e 200 milioni per le amministrazioni pubbliche per tutto il tempo della durata degli investimenti – ha aggiunto Clini – Le risorse sono reperite sulla bolletta elettrica e sulla bolletta del gas per il tempo necessario”.

Il decreto sull’incentivazione, che sulla scia di quello per il fotovoltaico è stato ribattezzato “conto termico”, è finalizzato a promuovere soprattutto i piccoli e medi impianti con una potenza attorno ai 500 kW, tarati quindi su famiglie, condomini o piccole imprese.

Da Repubblica.it   la notizia qui…

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Il Quinto Conto Energia è legge


Energías Renovables

Energías Renovables (Photo credit: Jumanji Solar)

Emanati i provvedimenti che definiscono i nuovi incentivi a fer elettriche e fotovoltaico.Via libera definitivo ai due decreti ministeriali con la firma dei ministri Passera, Clini e Catania. Tra le modifiche apportate, ampliamento del budget di spesa a 500 mln e innalzamento della soglia per il registro solare.

(Rinnovabili.it) – Il Quinto Conto Energia e il provvedimento sulle rinnovabili elettriche sono ufficialmente legge. Come preannunciato dallo stesso Passera, si è conclusa venerdì sera la lunga marcia dei due decreti ministeriali che definiscono le nuove tariffe statali per l’elettricità verde “made in Italy”. Anche il ministro dell’ambiente Corrado Clini e quello delle politiche agricole Mario Catania hanno apposto la propria firma sui due testi, formalizzando così il via libera ai nuovi regimi incentivanti. Durante questi mesi di attesa, dura prova il settore delle rinnovabili italiane, si è assistito ad un susseguirsi di prese di posizione e scontri, ma nonostante gli interventi della Commissione Europea, il parere condizionato delle regioni e l’appello degli attori del settore, i testi finali dei due decreti non si discostano troppo dalle posizioni iniziali a cominciare dalla disposizione, in linea con le previsioni della precedente normativa, dell’entrata in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per le altre rinnovabili elettriche, pur prevedendo un periodo transitorio di 4 mesi. Unica eccezione è quella prevista per gli impianti pv realizzati su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2012 a cui si applicheranno ancora le tariffe del Quarto Conto Energia.

Gli obiettivi rimangono gli stessi: raggiungere e superare i target richiesti dalla UE riducendo l’onere sulle bollette di cittadini e imprese attraverso un sistema di sussidi – a detta dei ministri – “moderno, sostenibile ed equo”. Attraverso una nota congiunta Clini e Passera ci tengono però a sottolineare che nelle ultime settimane, sono state effettuate importanti modifiche migliorative, che integrano in un certo qual senso i pareri dell’Autorità per l’Energia e della Conferenza Unificata, oltre a tener conto delle specifiche mozioni Parlamentari e i suggerimenti di Associazioni di categoria.

“I Decreti – si legge nella nota stampa – pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). Si introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media).”

COSA E’ CAMBIATO Le settimane di concertazione fra i tre dicasteri competenti, e soprattutto l’irremovibilità del ministro dell’Ambiente su alcuni punti clou hanno portato alla modifica di alcune norme rispetto alla versione originale dei decreti, a partire da un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 milioni di euro annui – pari a ulteriori 10 miliardi di Euro di spesa su 20 anni – suddivisi tra Quinto Conto Energia (200 milioni) e rinnovabili elettriche (300 milioni) e da un forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri che introduce l’autocertificazione in sostituzione dell’atto di notorietà.

Inserito anche un contenuto innalzamento delle soglie di accesso ai registri, che passa così dai 12 ai 20 KW per tutte le categorie rilevanti a patto che accettino di ricevere una tariffa incentivante decurtata del 20%, esentando invece dall’obbligo gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e quelli realizzati da Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 KW. Gli altri impianti fotovoltaici accedono, invece, qualora rispettino i requisiti stabiliti previa iscrizione in appositi registri, “in posizione tale da rientrare nei seguenti limiti massimi di costo indicativocumulato annuo degli incentivi:

a) 1° registro: 140 milioni di euro;

b) 2° registro: 120 milioni di euro;

c) registri successivi: 80 milioni di euro a registro e comunque fino al raggiungimento del limite.

Rimangono confermate le premialità gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in eternit e quelli con preponderante uso di componenti europei, e la priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole. Infine è stato aggiunto un incremento delle tariffe per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale come nel caso geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione e innovativo.

Da Rinnovabili.it   la n0tizia qui…

Energía eólica en Neuquén

Energía eólica en Neuquén (Photo credit: SEOWEB2)

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Solare termico: l’eclissi deve finire


English: Installations of solar hot water inst...

La consapevolezza di essere una forza sarà per il settore la chiave di volta per la competitività. ggi a Roma, al convegno organizzato da Assolterm, si è cercato di capire quali potranno essere gli sviluppi del solare termico nell’orizzonte intermedio post 2020.

“Siamo nell’anno 2030”, cantava un famoso rapper italiano qualche anno fa, indicando un periodo temporale per l’epoca piuttosto lontano, oggi molto più prossimo a venire. Si tratta di un orizzonte temporale che, in termini di politiche energetico-ambientali, si trova all’incirca a metà delle proiezioni che la comunità internazionale individua come punto di riferimento per scadenze o obblighi da assolvere. Da una parte, infatti, c’è il raggiungimento dei target al 2020 imposti dall’Europa, dall’altra un futuro post 2020 che, sebbene in alcuni casi abbia già guardato al 2050, di fatto è piuttosto incerto. Il periodo di sicuro è piuttosto sui generis per le Fonti di Energia Rinnovabile, in generale, ma ancora di più per le rinnovabili termiche, in particolare, maltrattate rispetto alle sorelle elettriche e con potenzialità ancora troppo poco sfruttate.

English: Schematic of a direct passive (thermo...

English: Schematic of a direct passive (thermosiphon) solar water heating system (Photo credit: Wikipedia)

A cercare di capire quali potranno essere gli sviluppi di un settore, quello termico, che sembra oggi essere sull’orlo di un risveglio è stato il convegno “Come sarà il mercato del solare termico nel 2030?”, che l’Associazione italiana solare termico (Assolterm) ha organizzato questa mattina (ndr. 28 giugno 2012)  a Roma, presso la sede del Gestore dei Servizi Energetici.

L’evento cade in un momento in cui, nonostante l’inversione di tendenza rispetto al forte declino registrato fino al 2011, il mercato del solare termico europeo sente il bisogno di trovare nuovi segmenti e una nuova competitività per i prezzi. Secondo quanto emerso dalle statistiche annuali pubblicate dalla Federazione Europea dell’Industria del Solare Termico (ESTIF), infatti, attualmente la capacità totale installata in Europa ammonta a 26,3 GWth, grazie ai quali è possibile produrre circa 18,8 TWh di energia solare termica e risparmiare 13 MMT di CO2, con un fatturato che ha smosso circa 2,6 miliardi di euro nel 2011 e che offre all’industria del settore un ruolo chiave per il raggiungimento degli obiettivi fissati al 2020: 20% dei consumi di acqua calda sanitaria, riscaldamento e raffrescamento nei nuovi edifici e nelle grandi ristrutturazioni.

Da Rinnovabili.it   la notizia qui…

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IL CASO – Assunzioni e nuove aperture cresce solo l’economia verde


Green Jobs Not Jails

Image by Brooke Anderson via Flickr

Inaugurato in provincia di Arezzo un laboratorio di ricerca sulle rinnovabili che darà lavoro a 200 persone. Un caso non isolato che conferma le potenzialità occupazionali della green economy.

Assunzioni e nuove aperture cresce solo l’economia verde.
ROMA – Duecento assunzioni nel giro di un anno non risolvono di certo il problema della disoccupazione, ma indicano una strada. Se l’Italia vuole riprendere a crescere (possibilmente in maniera sostenibile), esportare tecnologia e porre argine alla fuga di cervelli, la via da percorrere è quella della ricerca e della green economy.

A Terranova Bracciolini, in provincia di Arezzo, la multinazionale dell’energia pulita One-Power (che già impiega in Italia circa 1200 dipendenti) ha inaugurato venerdì il suo Centro d’Eccellenza e Sviluppo delle fonti rinnovabili. Un laboratorio distribuito su due piani con una superficie di 1672 metri quadrati che da qui alla fine del 2012 darà lavoro a duecento persone, 135 delle quali ingegneri chiamati a studiare come ricavare e immagazzinare meglio l’energia prodotta da sole e vento.

Sono ormai mesi che analisi sulle potenzialità occupazionali della green economy vengono pubblicate a ritmo periodico. Tra le ultime, quella sfornata dall’apposita task force di Confindustria sulla possibilità di ottenere, da qui al 2020, 1,6 milioni di unità di lavoro nel solo settore dell’efficienza energetica. Non a caso il tema è uno dei punti inseriti nel manifesto per la crescita 1 recapitato al governo dagli industriali.

Un altro studio, questa volta realizzato da Unioncamere e Symbola, stima invece che il 30% delle piccole e medie imprese punta su scelte connesse a vario titolo alla green economy, con una percentuale che sale nelle imprese che esportano (33,6%), che sono cresciute economicamente anche nel disastroso 2009 (41,2%).

Da Termini Imerese 2 alla Iveco-Iribus 3, dalla Jabil 4 alla Fincantieri 5: a interrompere la lunga sequenza di notizie drammatiche dal mondo del lavoro sono quasi sempre e quasi solo aziende che hanno a che fare con l’economia verde. Il laboratorio di Terranova Bracciolini non è infatti un caso isolato.

Qualche settimana fa la Angelantoni ha inaugurato in Umbria il nuovo impianto 6 della Archimede Solar Energy per la produzione di ricevitori per centrali solari a concentrazione. “La produzione comincerà con una capacità annua di 75mila ricevitori e potrà essere aumentata a 140mila, offrendo lavoro a 200 persone, figure professionali di alta specializzazione”, ha spiegato l’amministratore delegato Gianluigi Angelantoni.

Risale invece a luglio l’apertura in provincia di Catania della più grande fabbrica italiana per la produzione di moduli fotovoltaici. L’impianto 3Sun, nato da una joint venture tra Enel Green Power, Stm e Sharp, nella fase iniziale occuperà 280 addetti qualificati e avrà una capacità produttiva di pannelli fotovoltaici di 160 MW all’anno, che potrà essere incrementata nel corso dei prossimi anni a 480 MW l’anno. Nella primavera scorsa, inoltre, una ventina di imprese, da Bolzano a Salerno, passando per Roma e Pisa, era a caccia di circa 250 persone, come certificavano le segnalazioni riportate sul Sole 24 Ore dell’11 maggio.

Da Repubblica.it   la notizia qui…

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SOS Rinnovabili: la petizione


Pedagaggi #14

Image by Sebastiano Pitruzzello (aka gorillaradio) via Flickr

in nome di tutti i cittadini che lottano per un futuro più equo e più sicuro

CHIEDE al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, a TUTTI i MEMBRI del PARLAMENTO, al PRESIDENTI di CAMERA e SENATO e ai PRESIDENTI di TUTTE le REGIONI di:

sospendere il decreto Romani del 3 marzo 2011 che ha bloccato lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo decreto varato, senza tener conto di quanto osservato da due rami del parlamento, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico.
Tutto ciò è avvenuto proprio alla vigilia di avvenimenti che sottolineano l’urgenza dello sviluppo di fonti energetiche basate su materie prime che abbiamo in casa:  il sole, il vento, l’acqua. Il grave incidente alla centrale di Fukushima e il manifestarsi di concreti rischi di approvvigionamento di gas e petrolio  a seguito di eventi non controllabili dal nostro Paese impongono di rivedere il vecchio modello energetico e devono sollecitare un’inversione di rotta anche delle politiche energetiche del governo.
Questo nuovo quadro offre una grande opportunità per le imprese italiane che negli ultimi anni, nonostante l’assenza di una strategia pubblica di largo respiro,  sono state protagoniste di una formidabile rimonta che ha riportato il Paese in una posizione di testa nella corsa europea in questo settore strategico della green economy. Merito anche dello straordinario impegno di tanti presidenti di Regione e di Provincia, sindaci, amministratori e, soprattutto, cittadini che si sono impegnati direttamente in questa battaglia per la democrazia energetica, per riportare le redini dell’energia in Italia.
Occorre, dunque, uscire rapidamente da questa situazione di grave crisi che rischia di vanificare il grande sforzo compiuto gettando un’ombra sul futuro energetico. E si può farlo avviando una seria programmazione energetica e sospendendo per un anno l’entrata in vigore di tutti gli effetti limitativi della promozione delle fonti rinnovabili contenuti nel decreto n.28  del 3 marzo 2011  pubblicato il 28 Marzo 2011 sulla Gazzetta Ufficiale (con particolare riferimento al comma 10 dell’articolo 25) con ripristino provvisorio delle regole previgenti per:

  1. evitare l’emanazione di una regolamentazione decisa sulla base di informazioni di parte e incomplete, alimentate da una campagna di disinformazione che ha ignorato gli obiettivi essenziali svolti dalle fonti rinnovabili: il rispetto degli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria al 2020; la tutela della salute dei cittadini messa a rischio dagli inquinanti prodotti dai combustibili fossili; la difesa della stabilità climatica minacciata dalla crescita dei gas serra.
  2. difendere il principio della certezza del diritto su cui si basa la nostra democrazia e che è stato messo in discussione dalla cancellazione retroattiva delle garanzie governative in base alle quali cittadini e imprenditori hanno assunto impegni con il sistema creditizio.

Da SOS Rinnovabili la notizia qui…

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Più energia dal sole per i cittadini pugliesi


Trullo
Image by Chris Kimber via Flickr

La Regione Puglia ed Enel.si insieme per promuovere la cultura dell’efficienza energetica ed incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici di nuova generazione.

Il 17 Dicembre 2010 il Presidente della Regione, On. Nichi Vendola, firma l’accordo con Enel.si per un’importante iniziativa ambientale: il “Progetto Solare Strutturale” che incentiva l’installazione di impianti fotovoltaici di piccola e media taglia sul tetto di edifici di privati e di piccole e medie imprese. La realizzazione degli impianti è affidata agli Affiliati della Rete in Franchising Enel.si che aderiscono a questa interessante iniziativa.

Il progetto, di notevole rilievo in termini di tutela dell’ambiente, dà l’opportunità a tutti i cittadini pugliesi – residenti nel territorio – di installare impianti fotovoltaici su tetto da 1 a 50 kWp connessi alla rete; propone ai Clienti, privati o aziende, due vantaggiose soluzioni per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico:

1. il Cliente può realizzare l’impianto fotovoltaico, adatto alle proprie esigenze di consumo, impegnandosi a cedere all’Affiliato Enel.si, che sostiene l’investimento, gli introiti derivanti dal Conto Energia e beneficiando dei vantaggi e dei risparmi derivanti dal servizio di Scambio sul posto richiesto al GSE;

2. il Cliente può fare proprio l’investimento attraverso l’acquisto dell’impianto fotovoltaico da 3 kWp o da 6 kWp presso l’Affiliato Enel.si, ad un prezzo competitivo, con soluzioni economiche che prevedano la formula di finanziamento di credito al consumo e sfruttando il duplice beneficio dello Scambio sul posto e del Conto Energia.

Da Enel la notizia qui…

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Enea, il Rapporto Fonti Rinnovabili 2010: in Italia bene il fotovoltaico, a rilento il solare termico


Futuro Fotovoltaico

Image by Elisabetta_81 via Flickr

L’Enea ha presentato il Rapporto Fonti Rinnovabili 2010. Cresce il fotovoltaico in Italia: la nuova capacità installata nel solo 2009 (574 MWp) è stata largamente superiore a quella cumulata complessivamente fino all’anno precedente (458 Mwp).

In ritardo il settore del solare termico:
Italia al quattordicesimo posto tra i paesi UE, con una potenza installata di 23,4 kWth ogni 1.000 abitanti rispetto ai 362 kWth dell’Austria. On line il testo del rapporto.

Il 13 luglio 2010 l’Enea ha presentato il Rapporto Fonti Rinnovabili 2010. Crisi economica, aumento dei costi e delle incertezze legate all’approvvigionamento energetico, crescita delle emissioni e rischio cambiamenti climatici sono, secondo Enea, le sfide urgenti che il settore energetico deve affrontare: le fonti rinnovabili, assieme ad un uso più razionale dell’energia, sono la chiave per superare questi ostacoli e andare verso uno sviluppo economico di tipo sostenibile.

Da Eco dalle città la notizia qui…

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Come le aziende che sviluppano il solare possono sopravvivere ad un mercato difficile


rapporto fra il prodotto cartesiano e il prodo...

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Sembra ormai che l’energia solare stia diventando un bene diffuso. E quando sarà definitivamente una materia prima facilmente stoccabile e commerciabile, si verificherà un consolidamento del settore, in cui il mercato sarà dominato da un gruppo ristretto di fornitori.

Quindi, come può fare una società del solare a sopravvivere ad un ridimensionamento del settore? E che cosa ci vuole per costruire una duratura posizione di leadership in un settore che produce e vende una merce di questo genere? La risposta sta nel fatto che le imprese devono cercare di restare al passo con l’evoluzione delle preferenze del mercato, costruendo la propria offerta in un mix di caratteristiche del prodotto materiali e immateriali.

La relazione tra caratteristiche tangibili e intangibili del prodotto sposta l’attenzione dalle qualità tecniche e innovative della merce immessa nel mercati, al valore aggiunto dato dalla reputazione dell’azienda che lo commercializza. Mano a mano che il mercato dell’energia solare diventa più competitivo, gli aspetti immateriali assumono maggiore importanza. Può accadere che i produttori leader del settore perdano la loro importanza iniziale, se un nuovo concorrente riesce a posizionare meglio il suo prodotto, puntando su un mix più efficace di qualità immateriali.

Da L’elettronica open source la notizia qui…

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Dove va il solare termico italiano


Arcobaleno Solare (Solar Rainbow)

Image by Marianone via Flickr

Spingendo di più sulle rinnovabili termiche l’obiettivo rinnovabili 2020 si può raggiungere a costi minori. Occorre sostenerle ad esempio attuando i regolamenti edilizi, ancora sulla carta, e garantendo un futuro alla detrazione del 55%, che rende allo Stato più di quel che costa. Il convegno sul solare termico alla Solarexpo di Verona.

Uscire dalla visione “elettrocentrica” delle rinnovabili, per raggiungere l’obiettivo 2020 con meno costi e più vantaggi. Metà dell’energia usata nel nostro paese se ne va in calore e raffrescamento: le rinnovabili termiche possono fare molto perché il nostro paese raggiunga quel 17% sugli usi finali per il quale ci siamo impegnati con l’Europa.

Occorre garantire incentivi stabili e regole certe per tecnologie come il solare termico, con ottimi rapporti tra i costi per il sistema e l’energia da fonti fossili risparmiata. Bisognerà attuare gli obblighi che già esistono in edilizia, ma che restano sulla carta, e poi servirà dare un futuro certo a misure che hanno dato ottimi risultati, come la detrazione del 55%. È questa l’esortazione uscita oggi dal convegno internazionale sul solare termico svoltosi nell’ambito del Solarexpo a Verona.

Da QualEnergia la notizia qui…

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Nel Lazio una centrale solare competitiva


Cooking with mirrors

Image by hugovk via Flickr

Gli specchi curvi convogliano la radiazione solare su un tubo metallico all’interno del quale scorre un fluido composto da sali minerali, fluido che può raggiungere una temperatura di oltre 500 gradi centigradi; uno scambiatore di calore produce vapore che viene utilizzato nelle turbine: queste, girando, muovono una specie di grossa dinamo che produce elettricità.

Stiamo parlando di una nuova centrale per la produzione di energia elettrica, che sorgerà nel Lazio, in provincia di Latina, in un’area di circa 100 ettari, con una capacità di produrre 30 Megawatt elettrici, ovvero il fabbisogno giornaliero di ben 10.000 abitazioni, grazie ad un complesso sistema di specchi paraboidali che catturano e concentrano l’energia solare, per poi trasformarla in energia elettrica.

Il costo previsto per realizzare questa opera è di circa 170 milioni di euro: una cifra che può sembrare alta, mentre invece va rapportata alla durata media di questo moderno tipo di impianti (da 30 a 40 anni), oltre che ai giorni ed alle ore medie di insolazione, arrivando quindi ad una cifra (comprendente anche i costi di installazione ed i costi di gestione) che si aggira tra 0,12 e 0,15 euro a chilowattora! Prezzo decisamente competitivo con l’energia nucleare che in Europa viene venduta al costo di 0,10 euro a kw, senza contare gli altri costi aggiuntivi riguardanti il riprocessamento del combustibile, lo smantellamento delle centrali, l’immagazzinamento e la messa in sicurezza delle scorie.

Si tratta quindi di una centrale solare termodinamica, la prima in Italia nel suo genere, dopo quella di Priolo, in Sicilia. L’impianto risulterà sicuramente conveniente ed adeguato all’ambiente ed all’economia, in quanto nel Lazio si prevedono circa 18.000 posti di lavoro in questo settore.

Da Quotidiano.net la notizia qui…

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Clima, nubi su Copenhagen: Casa Bianca teme per legge energia Usa


Obama / Browner

Image by visionshare via Flickr

Carol Browner dubita che Senato la approverà in tempo per summit.

Roma, 5 ott. (Apcom) – La Casa Bianca, per la prima volta, ha espresso il suo scetticismo sulla possibilità che al summit di Copenhagen venga raggiunto un accordo sul clima. Nel corso di un seminario a Washington, Carol Browner, la principale consigliera di Barack Obama sulle questioni energetiche, ha espresso in modo particolarmente esplicito i suoi dubbi sulla possibilità che il Senato americano approvi il progetto di legge su energia e clima prima del vertice di dicembre. “Ovviamente, vorremmo farcela, ma non credo che accadrà”, ha affermato Browner

Da il Riformista la notizia qui…

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La Ue a Berlusconi: «Non sono rinegoziabili i tetti di quote di Co2»


Silvio Berlusconi
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Il premier italiano aveva scritto una lettera a Barroso per chiedere di rivedere liimiti. Il piano nazionale italiano sulle emissioni è stato approvato nel 2007.

BRUXELLES – Un nuovo stop a Berlusconi dall’Europa: i tetti sull’assegnazione di quote di Co2 all’Italia «non sono rinegoziabili» ha detto la portavoce della commisione Ue, Barbara Hellfrich, interpellata sulle notizie stampa a proposito di una lettera del premier Silvio Berlusconi al presidente dell’esecutivo europeo Barroso, per chiedere di rivedere i tetti di Co2.

SCADUTI I TERMINI – «I tetti sono stati definiti e adottati dalla commissione attraverso un processo basato sulla legislazione europea», ha detto la portavoce «e non sono rinegoziabili». Il piano nazionale italiano sulle emissioni di Co2 è stato approvato nel 2007. La legislazione europea fissa in un periodo di due mesi i tempi per un eventuale ricorso.

Da Corriere.it la notizia qui…

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Inaccettabile l’art. 4 del decreto anti-crisi. Prestigiacomo: “Norma deleteria per l’ambiente e per la salute dei cittadini”


ROME - MAY 15:  Newly appointed environment mi...
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L’Articolo 4 del decreto “anti-crisi” approvato dalle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera, sopprime di fatto il ruolo del Ministero dell’Ambiente nel delicato iter autorizzativo per la realizzazione di centrali di produzione e per le reti di distribuzione di energia, ed esautora ogni ruolo degli enti locali.

Si tratta di un provvedimento di inaudita gravità, inaccettabile per chi, in questa legislatura, ha sbloccato nel rispetto della normativa ambientale, in pochi mesi, centinaia di pratiche Via che paralizzavano la realizzazione di importanti opere per lo sviluppo del paese.

Né la legge obiettivo, né la recente normativa approvata nel gennaio 2009 sui commissari straordinari per le opere strategiche hanno mai escluso le tutele ambientali e della salute dei cittadini, imposte dal diritto comunitario, che invece, con questo articolo, passerebbero ad un unico soggetto che da solo, si pretende, dovrebbe sostituire le competenze dei 60 esperti della Commissione Via-Vas, e dei 20 della Commissione AIA nonchè di professionalità capaci di coniugare tutela ambientale e sviluppo.

“Chiedo – afferma il ministro Stefania Prestigiacomo – modifiche sostanziali a questo articolo e denuncio il metodo attraverso il quale Ministeri non competenti in questa materia sono diventati, in nome della semplificazione, portabandiera di una norma deleteria per l’ambiente, per la salute dei cittadini, e persino per la stessa semplificazione perché fonte certa di contenzioso amministrativo e comunitario e quindi di blocchi delle procedure”.

“Questa norma – rileva inoltre il Ministro Stefania Prestigiacomo – potrebbe perfino applicarsi alle centrali nucleari. Francamente, con il lavoro puntuale e trasparente svolto finora proprio in materia di autorizzazioni ambientali per gli impianti energetici, mi chiedo: una norma simile a chi giova?”

Roma, 21 luglio 2009

Da Minambiente.it la notizia qui…

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Un cono di pochi metri invece dei piloni: ecco l’eolico senza pale


Aerogenerador Parque Eolico Canela - La Serena...

Image by ncondeza via Flickr

PRESENTATo A FIRENZE, sperimentazione quasi terminata. Una alternativa ai contestati aerogeneratori: test in Italia. «Sarà anche più efficiente».

È un prototipo, ancora per pochissimo però, perché la fase sperimentale è quasi conclusa. Secondo gli esperti, «Tornado», primo esempio di «eolico senza pale», entro pochi mesi potrà essere installato, funzionare perfettamente anche in zone dove il vento è debole (anche 2 metri al secondo) e diventare un’alternativa ai contestati aerogeneratori, le grandi pale cattura energia dal vento che stanno provocando reazioni contrapposte tra ambientalisti, paesaggisti e imprenditori. Un comune toscano, Volterra, ha addirittura proibito la loro installazione per non deturpare il paesaggio del borgo.

TRE METRI DI ALTEZZA – «Tornado Like», progettato da un gruppo di ingegneri russi e ingegnerizzato dalla «Western co», società di San Benedetto del Tronto specializzata nelle tecnologie rinnovabili, è stato presentato a Firenze durante «Lavori verdi», summit sull’energia alternativa voluto dal leader dei Verdi toscani Fabio Roggiolani e al quale hanno partecipato esperti da tutta Europa. La macchina, che ricorda un cono, ha il vantaggio di non avere le pale e dunque di poter essere mimetizzata molto meglio nell’ambiente. Un aerogeneratore raggiunge in media i venti, trenta metri, «Tornado» non supera i due tre metri e in futuro sarà ancor più miniaturizzato. «Funziona ovunque anche dove non c’è troppo vento

Da Corriere.it la notizia qui…

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Arrivano i Certificati energetici decennali


León, Mirador de Babia, Riolago (Castilla y León)

Arrivano i certificati energetici a tempo, che avranno la validità di 10 anni ; il decreto entrerà in vigore nelle prosisme settimane con la pubblicazione sulla gazzetta ufficiale (segue dpr 2/4/2009 n. 59).

Il decreto stabiisce i requisiti energetici minimi per i nuovi building in costruzione e per le attività di ristrutturazione di quelli che sono già esistenti. Saranno interessati la maggiorparte degli edifici: residenziale, edifici adibiti ad uffiico, edifici pubblici e sanitari, ecc. Non rientrano invece i garage, le autorimesse, le cantine, depositi, strutture stagionali a protezione di impianti sportivi, parcheggi multipiano.

Ci sarà poi l’obbligatorietà di allegare il libretto di impianto o di centrale,all’attestato di certificazione energetica (in originale o in copia). Come già detto il certificato avrà validità decennale, tuttavia ci sarà obbligatorietà di aggiornamento dell’attestato nel caso in cui si eseguano lavori che migliorano del 25% le perfomance energetiche.

Il decreto parla poi anche del coordinamento fra le disposizioni nazionali e quelle regionali; questo è un apsetto molto rilevante in quanto in questi anni regioni e province hanno comunque emanato delle guidelines in tema di certificazione energetica. Pertanto si procederà anche alla costituzione di una sorta di comitato di coordinamento aperto ai vari esponenti di regioni, province e comuni, al fine di attivare tutta una serie di attività di panificazione e controllo della normativa. Il decreto contiene poi le metodologie di calcolo per misurare le prestazioni energetiche degli impianti.

Da B2corporate.com la notizia qui…

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