#salvaiciclisti in itinere: proposta a Mario Monti


Italiano: Mario Monti

Italiano: Mario Monti (Photo credit: Wikipedia)

Riceviamo e pubblichiamo volentieri da #Salvaiciclisti:

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, Prof. Mario Monti,

Abbiamo molto apprezzato la nota con cui Lei il 14 maggio scorso ha dato sostegno alle istanze della campagna #salvaiciclisti sottolineando i vantaggi economici derivanti dall’uso della bicicletta in ambito urbano e definendo la bicicletta come “mezzo di trasporto “intelligente”, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale, sia a livello economico, dato che riduce sensibilmente i costi legati alla mobilità urbana, sia, aspetto non meno rilevante, per la salute degli individui.”
Infatti, in questo periodo di crisi economica, per ridurre i costi derivanti dalla mobilità, molte persone fanno sempre più ricorso all’uso della bici, anche per andare al lavoro.

Purtroppo nel nostro Paese coloro che decidono di utilizzare la bici per recarsi al lavoro, si trovano a confrontarsi con una legislazione che, non solo non incentiva, ma addirittura penalizza chi utilizza questo mezzo di trasporto. In Italia, in caso di sinistro durante il percorso casa-lavoro effettuato in bicicletta, l’INAIL riconosce al lavoratore lo status di “infortunio in itinere” “purché avvenga su piste ciclabili o su strade protette; in caso contrario, quando ci si immette in strade aperte al traffico bisognerà verificare se l`utilizzo era davvero necessario” [nota INAIL].
Mentre nel resto d’Europa l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto per recarsi al lavoro è sistematicamente incentivato e promosso, in Italia il lavoratore che decide di spostarsi senza inquinare e senza creare traffico, non solo non riceve alcun incentivo, ma deve farlo a proprio rischio e pericolo e senza tutele.

Allo scopo di mettere fine a questo anacronismo è in corso una campagna promossa dalla Federazione Italiana Amici della Bicicletta (FIAB) che chiede la modifica dell’art. 12 del D.Lgs. 38/2000 e di aggiungere al testo attuale la frase: “L’uso della bicicletta è comunque coperto da assicurazione, anche nel caso di percorsi brevi o di possibile utilizzo del mezzo pubblico”, esattamente come previsto per il lavoratore che si reca al lavoro a piedi.

La proposta della FIAB ha già raccolto oltre diecimila firme e ricevuto parere favorevole da parte di ben tre Regioni, tre Province e sedici Comuni tra cui Milano, Bologna e Venezia che ravvisano grande imbarazzo nel chiedere ai concittadini e ai propri dipendenti di usare la bicicletta senza poter garantire nel contempo adeguate tutele.

Con la presente chiediamo a Lei, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e ai Presidenti di Camera e Senato di voler intervenire al più presto per porre fine a questa discriminazione che non ha eguali in Europa e di accogliere questa proposta di modifica legislativa.

Per ulteriori informazioni sul tema dell’infortunio in itinere per il pendolare in bicicletta, Le segnaliamo il sito internet www.bici-initinere.info che è stato predisposto allo scopo di diffondere consapevolezza rispetto a questa campagna.

Confidando in una sua pronta risposta e auspicandoci condivisione nel merito,

cogliamo l’occasione per salutarla cordialmente

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Se anche tu ritieni che chi si reca al lavoro in bicicletta non debba essere vittima di discriminazioni invia questa lettera direttamente al Presidente del Consiglio, al Ministro competente e ai Presidenti di Camera e Senato: e.olivi@governo.it; gabinettoministro@mailcert.lavoro.gov.it; fini_g@camera.it; schifani_r@posta.senato.it.

Da Salvaiciclisti.it   la notizia qui…

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La verità sulle bollette? A pesare sono le fossili


Information on pump regarding ethanol fuel ble...

Pubblicato il dossier di Legambiente sugli oneri elettrici. In dieci anni le famiglie hanno dovuto pagare un aumento di circa 177 euro a famiglia. Ma le rinnovabili incidono solo per il 13% sulle fatture elettriche.

Mentre i consumatori sono alle prese con il nuovo aumento sulle bollette elettriche, Legambiente torna ancora una volta sulla questione per portare un po’ di chiarezza sugli oneri delle fatture energetiche italiane. Chiarezza necessaria dal momento che quel +4,3% approvato dall’AEEG sulla componente tariffaria a copertura dei costi per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili ed assimilate ha ridestato l’attenzione di quanti incolpano le green energy del caro bolletta. Che gli importi delle fatture elettriche degli italiani, nell’ultimo decennio, siano levitate è un dato di fatto. Secondo i dati riportati dall’Authority la spesa annua delle famiglie è aumentata del 52,5% tra il 2002 e il 2012, passando da 338,43 a 515,31 euro. Ma, spiega Legambiente, i 176,88 euro in più che le famiglie si trovano a pagare non vanno attribuite al peso delle rinnovabili.

La colpa, afferma l’Associazione nel suo dossier “La verità sulle bollette elettriche”, è “dell’andamento del prezzo del petrolio e della nostra dipendenza dall’estero per le importazioni di fonti fossili”. Ogni segno più nella voce “servizi di vendita” – che comprende tutti i servizi e le attività svolte dal fornitore per acquistare e poi rivendere l’energia elettrica ai clienti – è seguito un aumento puntale delle bollette. E se la voce in questione è praticamente “decollata” passando da 106,06 euro a 293,96, nelle fattura familiari si è registrato un aumento del 177,2%.

Da Rinnovabili.it   la notizia qui…

English: This graph shows the development of o...

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Milano M4 Linate-Forlanini FS – Tar: «Metrò 4, gare regolari». Via ai cantieri


Italiano: La stazione Montenapoleone della lin...

Trasporti – Maran: da febbraio i lavori per la tratta Linate-Forlanini. I giudici bocciano il ricorso contro gli appalti. Per il 2015 solo tre fermate su otto.

Percorso minimo. Tre stazioni su otto. Quattro chilometri scarsi. Prima del 2015, la linea 4 della metropolitana arriverà dall’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria Forlanini, che verrà costruita entro il 2013 proprio all’imbocco di viale Corsica, dove già corrono i binari dei treni Fs in arrivo da Lambrate. A quella stazione approderà anche il Passante. Ieri il Tar ha bocciato i ricorsi della cordata Pizzarotti contro l’aggiudicazione dei lavori all’associazione temporanea di imprese guidata da Impregilo. Si sblocca così l’ultimo passaggio burocratico-amministrativo: i cantieri partiranno il primo febbraio, dall’aeroporto di Linate. Questo ulteriore ritardo (almeno 5 mesi) ha costretto però il Comune ad aggiornare di nuovo il programma degli scavi.

«La linea 4 sarà realizzata per l’Expo», proclamava in campagna elettorale, la primavera scorsa, l’ex sindaco Letizia Moratti. Nelle riunioni tecniche circolavano però ipotesi molto diverse: la più ottimistica (ma già ridimensionata rispetto ai proclami) prevedeva l’arrivo a San Babila; la più realistica (ma comunque di complicatissima realizzazione) «fermava» il nuovo metrò a Dateo. Oggi, a causa di tutti i ritardi accumulati nel passato ed ereditati dalla giunta Pisapia, entro il 2015 il Comune può assicurare con certezza soltanto la costruzione delle gallerie fino alla fine di viale Forlanini. «Il nostro obiettivo è quello di consegnare il prima possibile l’intera linea ai milanesi — ha spiegato l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran—ma l’arrivo alla fermata di Forlanini Fs, dove verrà costruita la nuova stazione del Passante ferroviario, assicura comunque il collegamento di Linate con il sito dell’esposizione».

L’aggiudicazione alla cordata Impregilo è del 12 luglio 2011. La decisione del Tar, dopo la presentazione del ricorso, era attesa per la fine di novembre; al consiglio sono servite però due camere di consiglio per arrivare a una sentenza, e così la decisione (si attendono ancora le motivazioni) è slittata al 18 gennaio. Il progetto della M4 nasce diviso in due tratte: una da Lorenteggio a Sforza/Policlinico (6,5 chilometri e 13 stazioni); l’altra da Sforza/Policlinico a Linate (7,7 chilometri e 8 stazioni). Il progetto è stato poi unificato, per ridurne i tempi di realizzazione, e ha un valore complessivo di un miliardo e 700 milioni, al quale il ministero dei Trasporti contribuisce per il 46 per cento del costo, i privati per il 30 per cento e il Comune per la restante parte. La linea avrà il colore blu.

L’arrivo da Linate alla stazione Forlanini nel 2015 dovrebbe essere seguito, l’anno dopo, con il prolungamento fino a San Babila. Di certo non saranno rispettati i tempi (ipotizzati anni fa) per la costruzione dell’intero percorso fino a Lorenteggio entro il 2017. La prima tratta della «linea blu» non avrà particolari problemi costruttivi perché corre per la sua gran parte nel tratto non urbanizzato a Est della città, e i cantieri verranno aperti a lato di viale Forlanini. Molto diverso, e ben più complesso, sarà invece l’«ingresso» in città. Le stazioni verranno costruite in cantieri a cielo aperto, le gallerie saranno invece scavate da un’enorme talpa meccanica sotterranea. Qualche sconvolgimento nella viabilità ci sarà di certo, in particolare perché un cantiere cardine per l’intera linea (un po’ come quelli del cimitero Monumentale e di San Siro aperti ora per la linea 5) verrà localizzato in corso Matteotti. «L’avvio di Area C—conclude Maran — è stato fondamentale anche perché con la riduzione del traffico in centro speriamo di ridurre al minimo i disagi per i futuri cantieri».

English: Logo of future M4 Line of the Milan M...

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Da Corriere.it  la notizia qui…

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Caro benzina? Al distributore divido le spese per quattro


A sign encouraging carpooling during the gas s...

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Riceviamo e pubblichiamo

Caro benzina? Al distributore divido le spese per quattro

Mentre scioperi, agitazioni e proteste rischiano di bloccare il Paese, con postoinauto.it torna di moda la condivisione dell’auto – per risparmiare e viaggiare in compagnia

Milano, 24 gennaio 2012 — Gli italiani, per usare un luogo comune, sono da sempre bravi ad arrangiarsi. Ecco dunque che, mentre i prezzi dei carburanti salgono a livelli record, gli autotrasportatori scioperano e molti si lamentano per la benzina alle stelle, un gruppo ancora piccolo ma sempre più nutrito di automobilisti si affida a internet e a una vecchia idea, oggi tornata di moda, per dare un taglio netto alle spese di viaggio. È così che postoinauto.it, il portale italiano per la mediazione di passaggi auto, è riuscito a raddoppiare in pochi mesi il numero di posti condivisi. E, soprattutto sulle lunghe distanze, comincia ad affermarsi la cultura del viaggiare insieme.

Auto di gruppo, ridesharing, carpooling, covetturaggio o semplicemente “posto in auto” – sono molto diversi i termini che vengono utilizzati per la condivisione di passaggi in auto. La sostanza è la stessa: chi ha dei posti liberi in auto, invece di rassegnarsi e pagare da solo quasi 1,80 euro per ogni litro di benzina, inserisce un annuncio su siti come postoinauto.it per “affittare” i propri posti ad altre persone che percorrono la stessa tratta e disposte a condividere le spese. Un’idea semplice quanto intelligente: riempire le auto vuol dire ridurre drasticamente le spese, ma anche il traffico e l’inquinamento. E significa viaggiare in compagnia, per meno stress e meno rischi di provocare incidenti. E oggi, con la diffusione di internet e degli smartphone, non è più l’autostoppista ad attendere con il pollice alzato all’imbocco dell’autostrada, ma è l’automobilista a pubblicare un annuncio su postoinauto.it: “… offro 3 posti in auto da Roma a Milano, 35 euro di contributo a testa. Contattatemi!”

Informazioni su postoinauto.it
Postoinauto.it, lanciato nel febbraio 2010 da due studenti oggi imprenditori, conta migliaia di utenti che mettono a disposizione i loro posti liberi in auto per andare al lavoro, per tornare a casa nel fine settimana, ma anche per andare in vacanza, in Italia e all’estero, a prezzi nettamente inferiori rispetto a ogni altro mezzo di trasporto. Un’alternativa interessante non solo dal punto di vista economico: chi viaggia condividendo l’auto ha il posto a sedere garantito, fa nuove amicizie e rispetta l’ambiente.
Uno dei cardini del servizio di postoinauto.it è la sicurezza. Oltre a feedback e viaggio rosa, l’indicazione del numero di targa, la segretezza dei dati personali e la verifica facoltativa del proprio account con un documento di identità sono alcuni degli strumenti messi a punto dal portale per garantire la sicurezza dei propri utenti.

Da Postoinauto.it

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Milano Mobilità: Come acquistare, pagare e attivare Area C


Milano, 27 dicembre 2011 – Sono stati definiti i sistemi di pagamento per gli ingressi in Area C.

Oltre al Rid bancario che premette l’attivazione permanente con addebito su conto corrente, si potrà acquistare il ticket nelle rivendite autorizzate (tabaccherie, edicole, Atm point), on line sul sito web, tramite il call center Area C 800.437.437 (attivo tutti i giorni dalle 7.30 alle 24), agli sportelli Bancomat di Intesa San Paolo, ai parcometri.

Con Area C sono previsti cinque tipi di ticket: giornaliero da 5 euro, giornaliero “veicolo residente” da 2 euro (previa registrazione), giornaliero “veicolo di servizio” da 3 euro (previa registrazione), giornaliero “veicolo di servizio” da 5 euro (previa registrazione e acquistabile solo presso i parcometri), multiplo giornaliero, da 30 o 60 euro, con credito a scalare automatico (per giorni anche non consecutivi). L’attivazione del ticket avverrà tramite sms al 339.994.0437 (24 ore su 24), call center 800.437.437 o sito web.

Con Area C sono previsti cinque tipi di titoli di ingresso:

  • Giornaliero da 5 euro
  • Giornaliero “veicolo residente” da 2 euro (previa registrazione)
  • Giornaliero “veicolo di servizio” da 3 euro (previa registrazione)
  • Giornaliero “veicolo di servizio” da 5 euro (solo previa registrazione e acquistabile solo presso i parcometri)
  • Multiplo giornaliero, da 30 e 60 euro, con credito a scalare automatico (per giorni anche non consecutivi )

Modalità d’acquisto dei titoli di ingresso:

  •  RID (attivazione permanente con addebito su conto corrente): ogni accesso viene rilevato automaticamente dal sistema.

Come attivarlo:

  1. compilazione modello “Area C pagamento con R.I.D.”, da scaricare dal sito del Comune e da associare a una o più targhe;
  2. trasmissione dei documenti al numero di fax del Comune di Milano 02.88443333 o all’indirizzo mail ridareac@comune.milano.it;
  3. entro 15 giorni dalla consegna della documentazione sarà attiva l’autorizzazione all’addebito (avviso tramite Sms o email);
  4. ricezione di estratto conto bimestrale contenente giorni di accesso e importo.

Qualora si volesse bloccare l’addebito su conto corrente, precedentemente attivato per Ecopass, si dovrà comunicare la volontà di disattivazione entro il 31 gennaio 2012. In caso contrario, l’addebito degli accessi ad Area C dei veicoli associati a quel RID sarà effettuato con la nuova disciplina tariffaria.

  • Rivendite autorizzate (tabaccherie, edicole, Atm point): da attivare dopo l’acquisto.
  • Portale del Comune di Milano, http://www.comune.milano.it, con carta di credito ( Moneta, Visa e Mastercard): si può stampare o archiviare la ricevuta, il codice univoco e la data d’acquisto.
  • Call center Area C, 800.437.437, tutti i giorni dalle 7.30 alle 24: attivazione contestuale all’acquisto.
  • Sportelli Bancomat di Intesa San Paolo: attivazione contestuale all’acquisto.
  • Parcometri, con PagoBancomat, carta di credito o moneta: attivazione contestuale all’acquisto.

Modalità di pagamento:

  • Addebito su conto corrente bancario (RID)
  • Contanti: presso le rivendite e ai parcometri
  • Con carta di credito: ai parcometri, sul sito web, chiamando il call center, agli sportelli Intesa San Paolo
  • Con PagoBancomat: ai parcometri, agli sportelli Intesa San Paolo

Il pagamento via web, tramite call center o attraverso il bancomat deve essere effettuato:

  • Per i titoli giornalieri, il giorno dell’accesso o entro le ore 24 del giorno successivo
  • Per i titoli multipli, in qualsiasi momento, purché non oltre le ore 24 del giorno successivo al primo accesso

Modalità di attivazione:

  • Sms al 339.994.0437 (24 ore su 24) con testo “PIN.targa”
  • Call center: 800.437.437
  • http://www.areac.it
Milano

Image via Wikipedia

Da Comune di Milano   la notizia qui…

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Milano: “Area C” (Ex Ecopass) entra in vigore il 16 gennaio 2012 – Multe e restrizioni


Milano – Il provvedimento Area C entrerà in vigore il 16 gennaio 2012 e sarà attivo nei giorni feriali, dal lunedì al venerdì, dalle ore 7.30 alle ore 19.30. Sostituirà il provvedimento Ecopass e regolerà l’accesso dei veicoli privati e dei mezzi commerciali alla ZTL – Cerchia dei Bastioni.

Il provvedimento Area C è stato approvato dalla Giunta in via sperimentale e avrà una durata di 18 mesi.

Att.ne! vedi anche: Milano Mobilità: Come acquistare, pagare e attivare Area C

Il provvedimento Ecopass – ZTL Cerchia dei Bastioni – istituito in via sperimentale nel 2007 e prorogato fino al 31 dicembre 2011 – non sarà più attivo dal 1 gennaio 2012. Tra il 1° gennaio e il 15 gennaio 2012, l’accesso alla Cerchia dei Bastioni non sarà sottoposto ad alcun provvedimento. A partire dal 1° gennaio 2012, sono inoltre revocati i provvedimenti relativi al divieto di transito e sosta, dalle ore 7.30 alle ore 21.00, di tutti i giorni, per tutti i veicoli o complesso di veicoli di lunghezza superiore a metri 7.

Ecopass program aims at reducing traffic conge...

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Da Comune di Milano   la notizia qui…

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MILANO: Nuovo Ecopass: 5 euro per tutti, per i residenti 40 ingressi gratis


Milano – Presentato il nuovo Ecopass, che partirà il 16 gennaio 2012: arriva la Congestion Charge, 5 euro per tutti a entrata. Sconti residenti e commercianti. I dettagli

Ecopass traffic sign delimiting restricted are...

MILANO NUOVO ECOPASS: LE CARATTERISTICHE

  • Orari: 7.30 – 19.30 lun-ven in fase sperimentale per 18 mesi dal 16 gennaio 2012.
  • Divieti: No accesso per pre euro benzina e fino euro 3 diesel.
  • auto elettriche: Elettrici sconto 100%.
  • Costo: 5 euro per tutti gli altri veicoli eccetto quelli adibiti a trasporto di cose.
  • Esenzioni: Deroga fino 31 dicembre 2012 per gpl, metano, bifuel e ibride. Esenzioni per disabili, corpo consolare, polizia, croce rossa ecc.
  • Agevolazioni: Agevolazioni per i residenti non ancora decise (probabilmente 40 ingressi gratis e poi 2 euro a ingresso).

LE FACILITAZIONI

Veicoli adibiti a trasporti di cose:

  • 5 euro comprese 2 ore di sosta, oppure 3 euro senza facilitazioni sulla sosta.
  • I veicoli per trasporto di cose con diesel euro 3, di pubblica utilità, potranno entrare.
  • Nuovi stalli dedicati a carico scarico merci
Milano o San Francisco?

Image by Luca Zappa via Flickr

Da Milano Today   la notizia qui…

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MOBILITA’: Milano, via alla congestion charge 5 euro al giorno per l’auto in centro


La giunta Pisapia vara l’Area C e manda in pensione l’Ecopass della Moratti. Quaranta ingressi gratuiti per i residenti nella Cerchia dei Bastioni e agevolazioni per i commercianti.

Giuliano Pisapia Sindaco di Milano

Image by br1dotcom via Flickr

Via libera da Palazzo Marino alla congestion charge a Milano. La giunta del sindaco Giuliano Pisapia cambia l’Ecopass, introdotto ai tempi di Letizia Moratti, introducendo una tassa di 5 euro per tutti i veicoli che transiteranno nella Cerchia dei Bastioni. Il provvedimento entrerà in vigore il 16 gennaio 2012 e si chiamerà Area C. Il nome della nuova area di pedaggio che soppianterà l’Ecopass dopo quattro anni è stato annunciato da Pisapia al termine della riunione di giunta: “Ecopass non esiste più”, ha detto il sindaco. “E pensare che adottiamo questo provvedimento per fare cassa è sbagliato”.

I commercianti potranno optare per i primi mesi, a titolo sperimentale, fra il ticket scontato a 3 euro senza sosta gratuita e i 5 euro con 2 ore di sosta gratuita. I residenti, invece, avranno diritto a 40 ingressi gratuiti l’anno: dal 41esimo in poi pagheranno 2 euro. “Lo spirito del referendum è stato pienamente rispettato, siamo soddisfatti tranne che per la deroga per i commercianti che non funziona e speriamo che tra sei mesi, quando sarà ridiscussa, verrà tolta”, ha commentato il presidente della commissione Ambiente, Carlo Monguzzi.

Ecopass

Image by alt-os via Flickr

Da Repubblica.it   la notizia qui…

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RINNOVABILI: IL SETTORE ATTENDE I DECRETI ATTUATIVI DEL DLGS. 28/2011


decreto abracadabra

Image by CiuPix via Flickr

RINNOVABILI: IL SETTORE ATTENDE I DECRETI ATTUATIVI DEL DLGS. 28/2011  CHE DOVEVANO ESSERE EMANATI ENTRO OGGI PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO COMUNITARIO E RILANCIARE L’ECONOMIA. IL PRESIDENTE DELL’ANEV SIMONE TOGNI: “AUSPICHIAMO ALMENO CHE L’ATTESA SIA RIPAGATA CON UN PROVVEDIMENTO RISOLUTIVO PER IL COMPARTO”.

Roma, 29.09.2011: L’ANEV – Associazione Nazionale Energia del Vento – auspica una rapida emanazione dei decreti attuativi al Decreto Legislativo 28/2011, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la cui data limite era prevista per oggi (29/09/2011 ndr.). L’Associazione sottolinea l’importanza di questi provvedimenti per garantire al settore regole certe e trasparenti e superare l’attuale incertezza diffusa in ambito normativo che il comparto sta scontando con una crisi evidente.

Da Anev la notizia qui…

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Perchè si prende la bici per andare al lavoro?


“Domani ci sarà il tempo ideale per andare al lavoro in bici!”. Un datore di lavoro potrebbe prendere in considerazione una mail come questa da inviare ai suoi dipendenti per stimolarli a raggiungere il luogo di lavoro pedalando.

E’ solo uno dei possibili metodi pubblicati nella tesi di Eva Heinen, risultato del suo dottorato di ricerca sui motivi per i quali i pendolari utilizzano o non utilizzano la bicicletta, discussa presso l’università di Delft il 15 giugno.

Le condizioni meteorologiche non influenzano solo la scelta del mezzo di trasporto, ma anche le decisioni riguardo eventuali fermate intermedie, il trasporto di merci, il tipo di abito da indossare e lo svolgimento del lavoro presso sedi multiple. La scelta della bicicletta è solo parzialmente determinata da fattori “concreti” come i costi, la distanza e la situazione famigliare. Questi da soli non possono spiegare perchè persone in situazioni simili compiono scelte differenti. Heinen dimostra che le preoccupazioni e le convinzioni personali influenzano in maniera sostanziale la scelta del mezzo di trasporto. “Anche gli standard di valutazione prevalenti nell’ambiente che si frequenta sono molto importanti”, sostiene Heinen.

Anche l’atteggiamento del datore di lavoro e le aspettative dei colleghi giocano un ruolo fondamentale. “Le possibilità che qualcuno vada al lavoro in bici sono più alte quando in azienda sono disponibili un parcheggio per biciclette coperto o uno spogliatoio. Non solo per la loro utilità pratica, ma anche per l’immagine positiva che si dà in questo modo al ciclismo”. Heinen sottolinea che differenti gruppi di ciclisti basano le loro scelte su considerazioni diverse. Stimolare il ricorso alla bici richiede quindi strategie diverse a seconda del gruppo target.

Da Nuova mobilità   la notizia qui…

Vai al lavoro in bicicletta? Più soldi in busta paga!


Girl with bike in Manhattan

Image by Dom Dada via Flickr

Andare in bicicletta è salutare, si sa. Se poi viene elaborato un provvedimento che prevede un incentivo economico in busta paga per coloro che si recano al lavoro in bicicletta, è ancora più salutare, soprattutto per il portafoglio…Più pedali, più ti ricarichi…altro che slogan pubblicitario.. Questa infatti è una legge, firmata tra da Bush ed entrerà in vigore da Gennaio 2009 negli Stati Uniti prevedendo in busta paga ogni mese 20 dollari in più, totalmente esenti da tasse. A loro volta i datori di lavoro potranno scaricarli dalla dichiarazione dei redditi.

Il Bicycle Commuter Act (così si chiama il provvedimento) è solo una delle tante manovre economiche previste dalle quasi cinquecento pagine dell’Emergency Economic Stabilization Act del 2008, approvato qualche settimana fa per far fronte alla crisi finanziaria e che prevede lo stanziamento federale di 700 miliardi di dollari.

In tempi di crisi questo provvedimento cade proprio a fagiolo: da un lato le persone utilizzano la bicicletta per risparmiare sugli altri mezzi di trasporto, che hanno tutti un costo più o meno alto, dall’altro si trovano anche più soldi in busta a paga a fine mese, che in tempi di rinunce non sono pochi. Inoltre, questo provvedimento ha un risvolto ecologico, con la diminuzione di emissioni di Co2 prodotte dalle automobili. Non da ultimo, interessante incentivo per i numerosi obesi degli Stati Uniti, che potranno sfruttare questa opportunità per perdere qualche chilo e guadagnare qualche dollaro. (Ndr. l’articolo è del 10 novembre 2008).

Da Tui.it   la notizia qui…

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12 maggio 2011: Bike-to-Work Day. Dagli Usa a Roma, a lavoro si va in bici


Bike to Work Week

Image by Rob__ via Flickr

Dagli anni Cinquanta il Nord America dedica una giornata alla mobilità su due ruote nei percorsi casa-lavoro, invitando a lasciare l’auto a casa per recarsi a lavoro in bici. E’ il Bike-to-Work Day, che Roma – attraverso il gruppo di ciclisti urbani “Ciclomobilisti” – celebra per la seconda volta giovedì 12 maggio. Commenta la notizia e segnalaci se anche nella tua città è previsto il Bike-to-Work Day.

Andare a lavoro in bici: per qualcuno è un’abitudine, per altri un’eccezione. A sensibilizzare i cittadini sull’uso delle due ruote nei tragitti casa-lavoro – una scelta pulita per l’ambiente e sana per le persone – ci pensa da qualche decennio il Bike-to-Work Day, la giornata dedicata all’andare a lavoro in bici, un evento che negli Stati Uniti e in Canada si tiene tradizionalmente il terzo venerdì di maggio. Il merito di aver istituito, nel 1956, la giornata dedicata al pendolarismo in bicicletta va infatti alla Lega dei Ciclisti Americani, un’associazione che dal 1880 si occupa di promuovere l’uso della due ruote per divertirsi, fare sport e spostarsi in maniera sostenibile, nell’ottica di creare una società a misura della bicicletta. Quest’anno la giornata è stata indetta per il 20 maggio, a conclusione della Settimana della bicicletta (che si terrà in Nord America dal 16 al 20 maggio). Sul portale americano Bike to work week si può consultare una mappa dei paesi e delle città che in tutto il mondo hanno deciso di adottare il Bike-to-Work Day.

Navigando sul sito, ci imbattiamo in un messaggio italiano: è firmato dai “Ciclomobilisti”, un gruppo di ciclisti urbani romani “che usano la bici non solo per svago” e che, per il secondo anno consecutivo, sono i promotori del Bike-to-Work Day a Roma. La giornata si terrà il giovedì 12 maggio.

In quanto organizzatori dell’evento, i Ciclomobilisti si propongono di aiutare le persone che decideranno di lasciare l’auto a casa a “cercare il percorso ottimale, in sicurezza, su strade non troppo trafficate, eventualmente con passaggi sulle poche ma pur sempre presenti ciclabili di Roma”. Per scambiarsi idee, opinioni, chiedere supporto o trovare compagni di strada con cui condividere lo stesso percorso hanno quindi creato un forum e una mappa dei gruppi e dei percorsi che si stanno formando per il 12 maggio.

I Ciclomobilisti consigliano inoltre di provare a chiedere ai “propri datori di lavoro, ove possibile, di permettere per quel giorno di parcheggiare le bici nel cortile o nel parcheggio aziendale e magari di mettere a disposizione una stanza per potersi cambiare”. Insomma, un incoraggiamento a salire in sella, ma anche a parlarne con amici o datori di lavoro impegnandosi a creare, passo dopo passo, una vera cultura di sostegno alla ciclabilità urbana.

Di seguito, una lista di materiali messi a disposizione dai Ciclomobilisti di Roma da cui prendere spunto per organizzare, anche nelle altre città d’Italia, il Bike-to-Work Day.

  1. Guida gratuita “BIKE TO WORK – Vado al lavoro in bici”
  2. Volantino da mettere in bacheca o diffondere tra gli amici
  3. Lettera di presentazione dell’evento
  4. Sito dell’evento

Da Eco dalle città    la notizia qui…

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Milano – IL CASO Ciclabili, la giunta si arrende alle auto “Scelte soft per dare spazio alla sosta”


MILAN, ITALY - OCTOBER 11:  Mayor of Milan Let...

Image by Getty Images via @daylife

Nelle delibere di Palazzo Marino che istituiscono piste dipinte sui marciapiedi e ‘controviali condivisi’ si rimarca la scarsità di risorse. La carenza di piste si traduce in scarso uso delle bici.

Piste ciclabili? No, grazie: tolgono spazio alle auto in movimento e a quelle in sosta. Per farle, poi, servono soldi. Meglio, allora, interventi in scala ridotta. A dirlo — anzi, a metterlo per iscritto — è proprio la giunta. «La mobilità ciclabile è uno dei settori in cui Milano ha investito di più»: così parlava il sindaco Moratti un mese fa, inaugurando il primo tratto di un nuovo tipo di itinerario in zona via Padova, realizzato dipingendo segnaletica orizzontale sul marciapiede. «Non più auto, bici e pedoni gli uni contro gli altri, ma in spazi da condividere» era il gioioso messaggio dell’amministrazione per presentare le piste low cost e le sperimentazioni di viali misti per autobici con limite di velocità a 30 chilometri orari. Ma i veri motivi che hanno modificato i progetti della giunta sulle piste ciclabili sono altri, scritti nero su bianco nelle delibere approvate a inizio mese.

Premettono, i due documenti «che la mobilità in Italia e a Milano vede gli spostamenti su auto privata ancora fortemente prioritari sia in confronto al trasporto pubblico che alla mobilità ciclistica. Il numero di auto per abitante, a Milano, è di circa 600 veicoli ogni mille cittadini». Fin qui niente di nuovo. Ma, è lo sviluppo della premessa, «la forte propensione all’uso dell’auto solo in tempi mediolunghi potrà essere sufficientemente ridotta in maniera tale da permettere la sostituzione di un adeguato numero di vetture con la realizzazione di una massiccia rete di corsie dedicate alle biciclette». Insomma: fin quando ci saranno le auto non è pensabile realizzare vere piste ciclabili. Questo perché, spiegano ancora le delibere, «in generale risulta opportuno evitare di determinare riduzioni delle dimensioni della carreggiata che comporterebbero una diminuzione della capacità della strada e un conseguente rischio di saturazione e congestione del traffico, così come risulta opportuno cercare di limitare le perdite di spazi dedicati alla sosta su strada».

È il partito dell’auto che vince, di fatto. Perché la logica seguita da Palazzo Marino non è quella di ridurre lo spazio per le auto a vantaggio delle bici per invitare i milanesi a lasciare a casa le quattro ruote. Al contrario: siccome non si può togliere asfalto alle auto, riduciamo il piano delle piste ciclabili, anche perché bisogna «operare in condizioni di risorse finanziarie contenute». Questo nonostante lo stesso Comune abbia commissionato un’indagine sull’utilizzo della bici a Milano il cui scoraggiante risultati, come riportano le delibere, è questo: «Tra le principali ragioni che scoraggiano l’uso della bici si annoverano l’eccesso di traffico, la percezione di pericolosità, l’inquinamento, la carenza di piste ciclabili e di rastrelliere». E il circolo vizioso è completato.

Da Repubblica.it   la notizia qui…

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SOS Rinnovabili: la petizione


Pedagaggi #14

Image by Sebastiano Pitruzzello (aka gorillaradio) via Flickr

in nome di tutti i cittadini che lottano per un futuro più equo e più sicuro

CHIEDE al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, a TUTTI i MEMBRI del PARLAMENTO, al PRESIDENTI di CAMERA e SENATO e ai PRESIDENTI di TUTTE le REGIONI di:

sospendere il decreto Romani del 3 marzo 2011 che ha bloccato lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo decreto varato, senza tener conto di quanto osservato da due rami del parlamento, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico.
Tutto ciò è avvenuto proprio alla vigilia di avvenimenti che sottolineano l’urgenza dello sviluppo di fonti energetiche basate su materie prime che abbiamo in casa:  il sole, il vento, l’acqua. Il grave incidente alla centrale di Fukushima e il manifestarsi di concreti rischi di approvvigionamento di gas e petrolio  a seguito di eventi non controllabili dal nostro Paese impongono di rivedere il vecchio modello energetico e devono sollecitare un’inversione di rotta anche delle politiche energetiche del governo.
Questo nuovo quadro offre una grande opportunità per le imprese italiane che negli ultimi anni, nonostante l’assenza di una strategia pubblica di largo respiro,  sono state protagoniste di una formidabile rimonta che ha riportato il Paese in una posizione di testa nella corsa europea in questo settore strategico della green economy. Merito anche dello straordinario impegno di tanti presidenti di Regione e di Provincia, sindaci, amministratori e, soprattutto, cittadini che si sono impegnati direttamente in questa battaglia per la democrazia energetica, per riportare le redini dell’energia in Italia.
Occorre, dunque, uscire rapidamente da questa situazione di grave crisi che rischia di vanificare il grande sforzo compiuto gettando un’ombra sul futuro energetico. E si può farlo avviando una seria programmazione energetica e sospendendo per un anno l’entrata in vigore di tutti gli effetti limitativi della promozione delle fonti rinnovabili contenuti nel decreto n.28  del 3 marzo 2011  pubblicato il 28 Marzo 2011 sulla Gazzetta Ufficiale (con particolare riferimento al comma 10 dell’articolo 25) con ripristino provvisorio delle regole previgenti per:

  1. evitare l’emanazione di una regolamentazione decisa sulla base di informazioni di parte e incomplete, alimentate da una campagna di disinformazione che ha ignorato gli obiettivi essenziali svolti dalle fonti rinnovabili: il rispetto degli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria al 2020; la tutela della salute dei cittadini messa a rischio dagli inquinanti prodotti dai combustibili fossili; la difesa della stabilità climatica minacciata dalla crescita dei gas serra.
  2. difendere il principio della certezza del diritto su cui si basa la nostra democrazia e che è stato messo in discussione dalla cancellazione retroattiva delle garanzie governative in base alle quali cittadini e imprenditori hanno assunto impegni con il sistema creditizio.

Da SOS Rinnovabili la notizia qui…

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Via libera alle bici nella metropolitana: Alemanno inaugura la mini-rivoluzione


Though in ruins, the Flavian Amphitheatre, now...

Image via Wikipedia

Sotto la pioggia, il sindaco su una due ruote bianca alla fermata Colosseo: «Più severi contro le auto veloci, una pista intorno al Palatino in ricordo di Eva».

ROMA – Nonostante la pioggia, il sindaco Gianni Alemanno (arrivato su una bicicletta bianca) e l’assessore alla Mobilità, Antonello Aurigemma, hanno tenuto fede all’impegno. E, martedì sera, hanno inaugurato il primo giorno – anticipato – di trasporto delle biciclette in metropolitana. Il sindaco ha brindato con i ciclisti. «Venire in bici e nonostante la pioggia – ha affermato Alemanno – è stato più facile del previsto».
Fermata Colosseo della metropolitana B: con le nuove regole per le bici in metro, arriva anche un annuncio. «Sarà presto realizzata una ciclabile intorno al Palatino in ricordo della giovane ciclista Eva Bohdalova, travolta da un taxi su via dei Fori Imperiali mentre tornava a casa in bicicletta».

DECALOGO E AUTOVELOX – Dal sindaco Gianni Alemanno un’altra risposta alle richieste dei ciclisti: «Cercheremo di garantire tutte le possibilità di scambio intermodale», afferma. E alla richiesta dei ciclisti di maggiori controlli sulla velocità, il sindaco risponde che «adotteremo il decalogo del ciclista: questo mezzo può diventare una vera alternativa. Avremo un incontro con il comandante dei vigili per verificare la possibilità di installare un autovelox in via dei Fori Imperiali, simbolo di Roma». «Intensificheremo i controlli sull’eccesso di velocità», ribadisce Aurigemma. Annunci che le associazioni dei ciclisti accolgono con soddisfazione, registrando anche un piccolo passo avanti nello sviluppo della intermodalità bici-bus-metropolitana.

Da Corriere.it la notizia qui…

Vedi anche: Ditrafficosimuore.org