La verità sulle bollette? A pesare sono le fossili


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Pubblicato il dossier di Legambiente sugli oneri elettrici. In dieci anni le famiglie hanno dovuto pagare un aumento di circa 177 euro a famiglia. Ma le rinnovabili incidono solo per il 13% sulle fatture elettriche.

Mentre i consumatori sono alle prese con il nuovo aumento sulle bollette elettriche, Legambiente torna ancora una volta sulla questione per portare un po’ di chiarezza sugli oneri delle fatture energetiche italiane. Chiarezza necessaria dal momento che quel +4,3% approvato dall’AEEG sulla componente tariffaria a copertura dei costi per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili ed assimilate ha ridestato l’attenzione di quanti incolpano le green energy del caro bolletta. Che gli importi delle fatture elettriche degli italiani, nell’ultimo decennio, siano levitate è un dato di fatto. Secondo i dati riportati dall’Authority la spesa annua delle famiglie è aumentata del 52,5% tra il 2002 e il 2012, passando da 338,43 a 515,31 euro. Ma, spiega Legambiente, i 176,88 euro in più che le famiglie si trovano a pagare non vanno attribuite al peso delle rinnovabili.

La colpa, afferma l’Associazione nel suo dossier “La verità sulle bollette elettriche”, è “dell’andamento del prezzo del petrolio e della nostra dipendenza dall’estero per le importazioni di fonti fossili”. Ogni segno più nella voce “servizi di vendita” – che comprende tutti i servizi e le attività svolte dal fornitore per acquistare e poi rivendere l’energia elettrica ai clienti – è seguito un aumento puntale delle bollette. E se la voce in questione è praticamente “decollata” passando da 106,06 euro a 293,96, nelle fattura familiari si è registrato un aumento del 177,2%.

Da Rinnovabili.it   la notizia qui…

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Milano Mobilità: Come acquistare, pagare e attivare Area C


Milano, 27 dicembre 2011 – Sono stati definiti i sistemi di pagamento per gli ingressi in Area C.

Oltre al Rid bancario che premette l’attivazione permanente con addebito su conto corrente, si potrà acquistare il ticket nelle rivendite autorizzate (tabaccherie, edicole, Atm point), on line sul sito web, tramite il call center Area C 800.437.437 (attivo tutti i giorni dalle 7.30 alle 24), agli sportelli Bancomat di Intesa San Paolo, ai parcometri.

Con Area C sono previsti cinque tipi di ticket: giornaliero da 5 euro, giornaliero “veicolo residente” da 2 euro (previa registrazione), giornaliero “veicolo di servizio” da 3 euro (previa registrazione), giornaliero “veicolo di servizio” da 5 euro (previa registrazione e acquistabile solo presso i parcometri), multiplo giornaliero, da 30 o 60 euro, con credito a scalare automatico (per giorni anche non consecutivi). L’attivazione del ticket avverrà tramite sms al 339.994.0437 (24 ore su 24), call center 800.437.437 o sito web.

Con Area C sono previsti cinque tipi di titoli di ingresso:

  • Giornaliero da 5 euro
  • Giornaliero “veicolo residente” da 2 euro (previa registrazione)
  • Giornaliero “veicolo di servizio” da 3 euro (previa registrazione)
  • Giornaliero “veicolo di servizio” da 5 euro (solo previa registrazione e acquistabile solo presso i parcometri)
  • Multiplo giornaliero, da 30 e 60 euro, con credito a scalare automatico (per giorni anche non consecutivi )

Modalità d’acquisto dei titoli di ingresso:

  •  RID (attivazione permanente con addebito su conto corrente): ogni accesso viene rilevato automaticamente dal sistema.

Come attivarlo:

  1. compilazione modello “Area C pagamento con R.I.D.”, da scaricare dal sito del Comune e da associare a una o più targhe;
  2. trasmissione dei documenti al numero di fax del Comune di Milano 02.88443333 o all’indirizzo mail ridareac@comune.milano.it;
  3. entro 15 giorni dalla consegna della documentazione sarà attiva l’autorizzazione all’addebito (avviso tramite Sms o email);
  4. ricezione di estratto conto bimestrale contenente giorni di accesso e importo.

Qualora si volesse bloccare l’addebito su conto corrente, precedentemente attivato per Ecopass, si dovrà comunicare la volontà di disattivazione entro il 31 gennaio 2012. In caso contrario, l’addebito degli accessi ad Area C dei veicoli associati a quel RID sarà effettuato con la nuova disciplina tariffaria.

  • Rivendite autorizzate (tabaccherie, edicole, Atm point): da attivare dopo l’acquisto.
  • Portale del Comune di Milano, http://www.comune.milano.it, con carta di credito ( Moneta, Visa e Mastercard): si può stampare o archiviare la ricevuta, il codice univoco e la data d’acquisto.
  • Call center Area C, 800.437.437, tutti i giorni dalle 7.30 alle 24: attivazione contestuale all’acquisto.
  • Sportelli Bancomat di Intesa San Paolo: attivazione contestuale all’acquisto.
  • Parcometri, con PagoBancomat, carta di credito o moneta: attivazione contestuale all’acquisto.

Modalità di pagamento:

  • Addebito su conto corrente bancario (RID)
  • Contanti: presso le rivendite e ai parcometri
  • Con carta di credito: ai parcometri, sul sito web, chiamando il call center, agli sportelli Intesa San Paolo
  • Con PagoBancomat: ai parcometri, agli sportelli Intesa San Paolo

Il pagamento via web, tramite call center o attraverso il bancomat deve essere effettuato:

  • Per i titoli giornalieri, il giorno dell’accesso o entro le ore 24 del giorno successivo
  • Per i titoli multipli, in qualsiasi momento, purché non oltre le ore 24 del giorno successivo al primo accesso

Modalità di attivazione:

  • Sms al 339.994.0437 (24 ore su 24) con testo “PIN.targa”
  • Call center: 800.437.437
  • http://www.areac.it
Milano

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Da Comune di Milano   la notizia qui…

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Come riconoscere una casa eco-sostenibile? Arriva la “Certificazione Leed”


Anche in Italia è possibile certificare un edificio in base al suo grado di sostenibilità: le nuove frontiere della bioedilizia. Perché nessuno più si compra una macchina a euro 0? Perché inquina, e spesso consuma di più.

GREEN WINDOWS

Image by marc falardeau via Flickr

E’ arrivato anche in Italia un sistema di classificazione analogo a quello che si usa per le automobili, da applicare però alle case: si chiama certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), ed è il nuova sistema di certificazione che permette di valutare il grado di eco-sostenibilità di un edificio.

Ossia, di capire quanto quell’edificio sia rispettoso dei criteri della bioedilizia, in termini di: salubrità degli ambienti, efficienza energetica, risparmio dei consumi, basso impatto sull’ambiente. Finora infatti i moderni canoni estetici nell’edilizia hanno inseguito il bello ed il funzionale dei prodotti

, non di rado trascurando i rischi alla salute dell’uomo collegati a fenomeni di emissione di sostanze nocive (ad esempio trattamenti del legno, vernici, collanti, stoffe o plastiche), e spesso anche senza tener conto dello spreco delle risorse usate.

La bioediliza invece rivaluta tutti questi fattori e cambia le priorità in gioco nella costruzione di qualsiasi edificio: diventa fondamentale non più la casa o l’ufficio bello e funzionale, ma la casa che sia sana e che non sprechi le energie e le risorse. Dalla progettazione, alla scelta dei materiali, alla costruzione della casa: in ogni fase si studia l’impatto delle soluzioni adottate sulla salute degli abitanti e del territori. La posizione della casa, le sostanze utilizzate, i sistemi di riscaldamento e gestione delle energie sono solo alcuni dei tanti fattori che entrano in gioco nella costruzione di una nuova casa: tutto viene studiato al fine di ottenere una casa bio-sostenibile.

Un edificio che sia sano per gli abitanti, pulito e senza sostanze nocive, e che permetta dunque una migliore qualità della vita alle persone che ci abitano. Una casa a risparmio energetico che utilizzi le risorse ed energie necessarie in maniera intelligente, senza sprecarle o utilizzarne più del dovuto. E dunque anche una casa meno costosa da mantenere, e che rispetti di più l’ambiente e le sue risorse.  Se il rispetto dell’ambiente e la salute pubblica sono temi sempre più importanti e non trascurabili, parallelamente si diffonde sempre più l’esigenza di affidarsi alla bioedilizia per costruire edifici bio-sostenibili: un passo necessario verso un futuro più verde e sano per tutti. Le case del futuro stanno dalla parte dell’uomo e del pianeta.

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Scopri le regole e i criteri di certificazione dei prodotti Leed
Il link qui: http://www.certificazioneleed.com/

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IL CASO – Assunzioni e nuove aperture cresce solo l’economia verde


Green Jobs Not Jails

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Inaugurato in provincia di Arezzo un laboratorio di ricerca sulle rinnovabili che darà lavoro a 200 persone. Un caso non isolato che conferma le potenzialità occupazionali della green economy.

Assunzioni e nuove aperture cresce solo l’economia verde.
ROMA – Duecento assunzioni nel giro di un anno non risolvono di certo il problema della disoccupazione, ma indicano una strada. Se l’Italia vuole riprendere a crescere (possibilmente in maniera sostenibile), esportare tecnologia e porre argine alla fuga di cervelli, la via da percorrere è quella della ricerca e della green economy.

A Terranova Bracciolini, in provincia di Arezzo, la multinazionale dell’energia pulita One-Power (che già impiega in Italia circa 1200 dipendenti) ha inaugurato venerdì il suo Centro d’Eccellenza e Sviluppo delle fonti rinnovabili. Un laboratorio distribuito su due piani con una superficie di 1672 metri quadrati che da qui alla fine del 2012 darà lavoro a duecento persone, 135 delle quali ingegneri chiamati a studiare come ricavare e immagazzinare meglio l’energia prodotta da sole e vento.

Sono ormai mesi che analisi sulle potenzialità occupazionali della green economy vengono pubblicate a ritmo periodico. Tra le ultime, quella sfornata dall’apposita task force di Confindustria sulla possibilità di ottenere, da qui al 2020, 1,6 milioni di unità di lavoro nel solo settore dell’efficienza energetica. Non a caso il tema è uno dei punti inseriti nel manifesto per la crescita 1 recapitato al governo dagli industriali.

Un altro studio, questa volta realizzato da Unioncamere e Symbola, stima invece che il 30% delle piccole e medie imprese punta su scelte connesse a vario titolo alla green economy, con una percentuale che sale nelle imprese che esportano (33,6%), che sono cresciute economicamente anche nel disastroso 2009 (41,2%).

Da Termini Imerese 2 alla Iveco-Iribus 3, dalla Jabil 4 alla Fincantieri 5: a interrompere la lunga sequenza di notizie drammatiche dal mondo del lavoro sono quasi sempre e quasi solo aziende che hanno a che fare con l’economia verde. Il laboratorio di Terranova Bracciolini non è infatti un caso isolato.

Qualche settimana fa la Angelantoni ha inaugurato in Umbria il nuovo impianto 6 della Archimede Solar Energy per la produzione di ricevitori per centrali solari a concentrazione. “La produzione comincerà con una capacità annua di 75mila ricevitori e potrà essere aumentata a 140mila, offrendo lavoro a 200 persone, figure professionali di alta specializzazione”, ha spiegato l’amministratore delegato Gianluigi Angelantoni.

Risale invece a luglio l’apertura in provincia di Catania della più grande fabbrica italiana per la produzione di moduli fotovoltaici. L’impianto 3Sun, nato da una joint venture tra Enel Green Power, Stm e Sharp, nella fase iniziale occuperà 280 addetti qualificati e avrà una capacità produttiva di pannelli fotovoltaici di 160 MW all’anno, che potrà essere incrementata nel corso dei prossimi anni a 480 MW l’anno. Nella primavera scorsa, inoltre, una ventina di imprese, da Bolzano a Salerno, passando per Roma e Pisa, era a caccia di circa 250 persone, come certificavano le segnalazioni riportate sul Sole 24 Ore dell’11 maggio.

Da Repubblica.it   la notizia qui…

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I ciclisti stranieri denunciano Roma: «Non applica la legge sulle ciclabili»


View from the Piazza del Campidoglio

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ALLA VIGILIA DELLA «SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITA’». Trecento dipendenti Fao di 5 continenti contro il Campidoglio;: ignorata la «366». Il Coordinamento di Traffico si Muore: la città fa brutta figura in Europa.

ROMA – I ciclisti stranieri a Roma vanno all’attacco del Campidoglio. Alla vigilia del «Forum sulla ciclabilità» (dal 16 al 22) – che si celebra da venerdì nell’ambito della European Mobility Week – 300 amanti delle due ruote ecologiche denunciano la mancata applicazione da parte del Comune di Roma della legge che impone di creare piste ciclabili ogni volta che si realizza una nuova strada o se ne risistema una già esistente.
Sono i membri di Cycom, associazione di ciclisti urbani della Fao, che ha l’obiettivo di promuovere e incentivare lo sviluppo della mobilità sostenibile nella Capitale: a partire dall’uso delle due ruote ecologiche per andare al lavoro o a fare la spesa. E proprio intorno alla Fao la ciclabile tra Circo Massimo e Appia Antica è quanto di meno regolare si possa desiderare.

INDAGINI DELLA PROCURA – Il portavoce del gruppo, Francesco Calderini – che già in passato ha segnalato criticità e immobilismo nella crescita della rete ciclabile romana – ha presentato formale denuncia presso la Procura della Repubblica contro Roma Capitale: dunque a breve dovrebbe essere aperto un fascicolo e verranno avviate le indagini del caso.
«Da tre anni mi sono attivato in prima persona e in collaborazione con molte associazioni ciclistiche di Roma – spiega Calderini – affinché si vedesse affermato quantomeno un principio di legalità nel modo in cui il governo della città affronta il tema della ciclabilità». Affinché, continua Calderini, «le amministrazioni recepissero e, soprattutto applicassero, le norme base sancite dal codice della strada e in particolare quanto imposto dalle legge 366 in materia di sviluppo della mobilità sostenibile».

«VIOLATA LA NORMATIVA» – In particolare, secondo Cycom, il Comune non rispetterebbe l’obbligo di accompagnare la realizzazione di «ogni strada di nuova costruzione o sottoposta ad interventi straordinari di manutenzione straordinari» con «un percorso ciclabile adiacente, laddove previsto da piani pluriennali». Senza seguito, fanno sapere i ciclisti della Fao, è anche l’obbligo di legge di «destinare, in misura non inferiore al 20%, i proventi delle sanzioni amministrative alla realizzazione di interventi in favore della mobilità ciclabile».

Aggiunge Calderini: «Il bilancio di tre anni spesi tra decine di comunicazioni, esposti, segnalazioni, incontri, tavoli tecnici e sopralluoghi è stato oggettivamente desolante e demotivante. Soprattutto per la semplice constatazione che, aldilà di ogni problema tecnico od economico, esiste un problema politico: la totale mancanza di una concreta volontà politica di realizzare una mobilità sostenibile, tanto meno ciclabile, a Roma».

TAM TAM IN RETE – I ciclisti Cycom provengono dai cinque continenti. La notizia della denuncia contro Roma Capitale comincia già a rimbalzare sulla Rete. Di blog in blog.

Appoggiano l’iniziativa di Cycom i ciclisti romani del Coordinamento Di Traffico si Muore: «Quanto denunciato da Cycom è un fatto grave perché viola una legge e perché Roma fa per l’ennesima volta una brutta figura a livello internazionale – fa sapere Paolo Bellino del Coordinamento -. Cycom ha un blog letto ovunque in Europa e Roma perde di nuovo la faccia sul tema della mobilità sostenibile». Bellino rincara la dose: «Stiamo tentando di far capire al Comune che il traffico ha raggiunto livelli parossistici e l’unico modo per evitare situazioni al limite come quelle che si verificano in metropoli tipo El Cairo e Città del Messico, le città più congestionate del pianeta, è affidarsi a bici e mezzo pubblico come si fa in tutto il nord Europa».

Da Corriere.it   la notizia qui…

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Cosa deve essere l’Italia al 2050 dal punto di vista energetico?


Energia Solare, Acqua, Vento

Image by radiocodaritorta via Flickr

La tragedia di Fukushima deve diventare un’ulteriore occasione per riflettere sullo scenario energetico di medio e lungo periodo per il nostro paese. Il primo passo è al 2020, rivedendo da subito il Piano d’Azione Nazionale per le rinnovabili. L’opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

È stupefacente, quasi imbarazzante, la dichiarazione di Berlusconi secondo cui il referendum non si farà perché c’è il rischio perderlo e, di conseguenza, di rinviare sine die il ritorno al nucleare. Una soluzione che viene ancora vista dal premier come una scelta strategica.

Dobbiamo tenere gli occhi aperti e soprattutto cogliere l’occasione di una approfondita riflessione, presentatasi a livello mondiale dopo la tragedia di Fukushima, sul futuro scenario energetico nel nostro paese nel medio e lungo periodo.

Anni fa il governo aveva annunciato una Conferenza nazionale sull’energia che non si è mai tenuta e che forse si farà solo nei prossimi mesi. Ma sarà comunque importante capire quale futuro ci aspetta da qui al 2050 per il paese. L’Europa ci ha chiesto di rivedere il Piano d’Azione Nazionale sulle fonti rinnovabili al 2020. Questa rappresenta un’importante occasione anche perché ad esempio il fotovoltaico sta dimostrando di poter dare risultati maggiori rispetto a quelli che il Governo aveva indicato un anno fa.

Potremo quindi raggiungere l’obiettivo al 2020 senza ricorrere a importazioni di energia da rinnovabili dall’estero. Ma il 2020 rappresenta solo un primo step: dobbiamo guardare oltre, così come fanno gli altri paesi europei che delineano uno scenario in cui le rinnovabili hanno un ruolo centrale nel panorama energetico nazionale. Fondamentale sarà importante capire come sarà l’Italia del 2050. Siamo convinti che per la produzione di energia elettrica a metà secolo il nostro paese potrà essere completamente autosufficiente, dipendendo solo dalle fonti rinnovabili.

Questa è comunque una scelta che dovrà essere condivisa, analizzata, studiata e approfondita e poi, su questi basi, si dovranno definire delle strategie coerenti con i risultati che si intendono perseguire.

Da Ecoradio   la notizia qui…

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300 anni di combustibili fossili in 300 secondi



Lo so, 300 secondi sembrano meno di 5min 38 sec. Ma è pur sempre la storia del petrolio e dei suoi usi nel tempo, e dei suoi costi attuali (ve ne siate accorti facendo il pieno alla vostra auto di quanto è aumentata la benzina/gasolio?) – realizzata dal Post Carbon Institute (USA)

Come il video ricorda, non stiamo creando sufficienti alternative energetiche per sostituire completamente la quantità di combustibili fossili che usiamo e gli attuali livelli di consumo non sono sostenibili. Come? Abbiamo bisogno bisogno di fare tutti piccole scelte che ci portino ad una “low-carbon way of lfe”: comprare di meno, consumare meno (acqua, luce, gas, energia), usare meno plastica, andare in bici di più, prendere i mezzi pubblici, acquistare “verde” (anche l’auto), e tante altre piccole cose

Da Mobility for all la notizia qui…

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SOS Rinnovabili: la petizione


Pedagaggi #14

Image by Sebastiano Pitruzzello (aka gorillaradio) via Flickr

in nome di tutti i cittadini che lottano per un futuro più equo e più sicuro

CHIEDE al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, a TUTTI i MEMBRI del PARLAMENTO, al PRESIDENTI di CAMERA e SENATO e ai PRESIDENTI di TUTTE le REGIONI di:

sospendere il decreto Romani del 3 marzo 2011 che ha bloccato lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo decreto varato, senza tener conto di quanto osservato da due rami del parlamento, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico.
Tutto ciò è avvenuto proprio alla vigilia di avvenimenti che sottolineano l’urgenza dello sviluppo di fonti energetiche basate su materie prime che abbiamo in casa:  il sole, il vento, l’acqua. Il grave incidente alla centrale di Fukushima e il manifestarsi di concreti rischi di approvvigionamento di gas e petrolio  a seguito di eventi non controllabili dal nostro Paese impongono di rivedere il vecchio modello energetico e devono sollecitare un’inversione di rotta anche delle politiche energetiche del governo.
Questo nuovo quadro offre una grande opportunità per le imprese italiane che negli ultimi anni, nonostante l’assenza di una strategia pubblica di largo respiro,  sono state protagoniste di una formidabile rimonta che ha riportato il Paese in una posizione di testa nella corsa europea in questo settore strategico della green economy. Merito anche dello straordinario impegno di tanti presidenti di Regione e di Provincia, sindaci, amministratori e, soprattutto, cittadini che si sono impegnati direttamente in questa battaglia per la democrazia energetica, per riportare le redini dell’energia in Italia.
Occorre, dunque, uscire rapidamente da questa situazione di grave crisi che rischia di vanificare il grande sforzo compiuto gettando un’ombra sul futuro energetico. E si può farlo avviando una seria programmazione energetica e sospendendo per un anno l’entrata in vigore di tutti gli effetti limitativi della promozione delle fonti rinnovabili contenuti nel decreto n.28  del 3 marzo 2011  pubblicato il 28 Marzo 2011 sulla Gazzetta Ufficiale (con particolare riferimento al comma 10 dell’articolo 25) con ripristino provvisorio delle regole previgenti per:

  1. evitare l’emanazione di una regolamentazione decisa sulla base di informazioni di parte e incomplete, alimentate da una campagna di disinformazione che ha ignorato gli obiettivi essenziali svolti dalle fonti rinnovabili: il rispetto degli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria al 2020; la tutela della salute dei cittadini messa a rischio dagli inquinanti prodotti dai combustibili fossili; la difesa della stabilità climatica minacciata dalla crescita dei gas serra.
  2. difendere il principio della certezza del diritto su cui si basa la nostra democrazia e che è stato messo in discussione dalla cancellazione retroattiva delle garanzie governative in base alle quali cittadini e imprenditori hanno assunto impegni con il sistema creditizio.

Da SOS Rinnovabili la notizia qui…

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Bike sharing a Roma e Milano


Boris Johnson Waxwork

Image by soulmate02 via Flickr

DUE RUOTE IN CITTA’
Biciclette fantasma, stazioni vuote «Inaffidabile il bike sharing romano»
Dopo il suggerimento del sindaco di Londra Johnson – «Mettete più bici in centro» – Le associazioni dei ciclisti romani denunciano: «Sistema obsoleto»
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_22/bike-sharing-1804217784575.shtml

Il sindaco di Londra ad Alemanno:«Roma deve aumentare le bici in centro»
Boris Johnson, in vacanze nell’Urbe, è un fan delle due ruote ecologiche. Sul Tamigi ha voluto 6 mila bici pubbliche e 300 stazioni di noleggio: che funzionano.
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_novembre_21/boris-e-le-bici-roma-aumenti-due-ruote-1804214502581.shtml?fr=correlati

Per la serie “guardo Milano e mi vergogno d’esser Romano”
A maggio 2008 Clear Channel Jolly Pubblicità si è aggiudicata la gara pubblica di Bike sharing per la città di Milano, indetta dalla società di trasporto ATM su indicazione del Comune.
Dopo il grande successo ottenuto con questa prima fase, 40.000 abbonamenti tra annuali, settimanali e giornalieri e più di 1.500.000 prelievi complessivi, il Comune di Milano e la società ATM hanno deciso di dare il via alla seconda fase del servizio, commissionando a Clear Channel, gestore esclusivo di BikeMi, l’espansione del sistema.
http://www.bikesharingroma.com/2010/11/per-la-serie-guardo-milano-e-mi.html

Approfondimenti: RomapedalaDitrafficosimuore

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La bassa densità abitativa è una valida giustificazione per rinunciare a offrire alternative all’auto?


World Metro Map by Mark Ovenden
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Pensiamo spesso che niente potrà liberare dalla dipendenza dall’auto gli abitanti delle periferie urbane a meno di non attuare una rivoluzione urbanistica che porti a moltiplicarne le densità.

Oggi circa il 10 per cento della popolazione mondiale si trova ad abitare in zone dove l’unico mezzo di trasporto disponibile è l’auto privata e quel che è peggio è che ci sono moltissime persone, tra i 7 miliardi di esseri umani che abiteranno il pianeta alla fine dell’anno prossimo, che non vedono l’ora di intrappolarsi nella stessa situazione. Come se non bastasse l’idea dell’indissolubile legame tra auto e ambiente suburbano è un ottimo alibi per amministratori e politici. Paul Mees nel suo saggio “Transport for suburbia” contesta alla radice questa visione, accusandola di essere solo un alibi per amministrazioni incompetenti.

Se in paesi come l’Australia e il Canada, dove lo sprawl urbano è un fenomeno molto più accentuato che nella nostra penisola, dove la conformazione del territorio ha di fatto limitato l’eccessiva dispersione abitativa, quello che sostiene Mees nel suo saggio assume ancora più forza e incisività se riportato nella nostra realtà.

Da Nuova mobilità la notizia qui…

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A Londra raccolgono ogni anno trenta tonnellate di frutta, Milano potrebbe imitarla?


Union Street Urban Orchard
Image by Jack999 via Flickr

Sebbene iniziative come quella dell’Union Street Urban Orchard siano estemporanee anche in Inghilterra e non la norma, Londra rimane una spanna avanti le altre città europee su un fronte inedito e intrigante: la raccolta urbana della frutta.

Pensate, nel 2009 l’associazione Organiclea ne ha raccolto 30 tonnellate (perlopiù mele) dagli alberi londinesi, immaginate il rimorchio di un TIR pieno e vi sarete fatti un’idea. Vi rimando a http://www.videocrux.com per un video che immortala i raccoglitori in azione con tanto di pertiche, cliccate qui.

Com’è possibile una raccolta così abbondante? Nell’area urbana di Londra gli alberi da frutto – non solo meli ma anche peri, fichi, noci e ciliegi – sono molto diffusi e gli addetti volontari che girano per la città non solo attingono dalle piante dei parchi pubblici ma anche a quelli che crescono nei giardini dei privati (ovviamente chiedendo il permesso ai proprietari). La qualità del raccolto, assicurano poi, non è compromessa dall’inquinamento atmosferico e in questo modo non si sprecano tonnellate di frutta altrimenti inutilizzate.

Sarebbe possibile per Milano imitare Londra e diventare non solo più verde ma anche più “produttiva”? Il clima del capoluogo lombardo non è di certo meno favorevole agli alberi di quello inglese e in vista di Expo 2015 sarebbe un buon modo per avvicinare la città al tema della esposizione internazionale che si terrà in Fiera: il cibo e la biodiversità.

Da 02Blog la notizia qui…

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Obama parla alla nazione sulla marea nera: «Bp pagherà. Il futuro sono le energie pulite»


~ Obama Results ~

Image by ViaMoi via Flickr

Presidenziale, deciso, pronto a giocare al rilancio partendo da una posizione di debolezza, Barack Obama ha parlato ieri notte per la prima volta agli americani dall’intimità dell’Ufficio Ovale, per chiamarli a raccolta nella battaglia contro la marea nera.

Una battaglia con tre fronti ben definiti. Il primo riguarda la sfida per ripulire le acque e le coste e le paludi e gli uccelli coperti di petrolio appicicaticcio. Il presidente ha promesso che entro le prossime settimane si dovrebbe poter “catturare” almeno il 90% del petrolio che fuoriesce dal “buco” nelle profondità dell’oceano.

Una promessa virtuale perché le stime della fuoriuscita continuano ad aumentare e ieri sono passate addirittura a 60.000 barili al giorno. Il secondo fronte aperto da Obama ieri notte riguarda la sicurezza per chi ha perso il lavoro, abitudini, passioni e uno stile di vita «a cui si erano abituati da generazioni». In questo caso il messaggio è stato chiarissimo e duro: «Pagherà la Bp… gli dirò che cosa mi aspetto da loro», ha tagliato corto il presidente senza neppure ipotizzare una possibilità di dialogo con il colosso petrolifero che starà semplicemente ad ascoltare le imposizioni finanziarie e organizzative della Casa Bianca.

E’ chiaro che se Barack Obama si permette di puntare l’indice contro questa grande compagnia petrolifera, senza darle una possibilità d’appello in un paese garantista come l’America significa che la BP l’ha fatta grossa. Una ricostruzione del Congresso dimostra che pochi giorni dopo l’esplosione il colosso petrolifero britannico, per risparmiare, ha prima ignorato le raccomandazioni scritte della Halliburton, favorevoli all’impiego di un maggior numero di stabilizzatori e poi altre regole seguite normalmente dalle compagnie petrolifere in circostanze simili.

Da Sole24ore la notizia qui…

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Milano: Mobilità cittadina. “Circle line” cambierà il modo di muoversi in città


Il passante

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La nuova rete di trasporti prevede sei nuove stazioni, un treno ogni sei minuti e punti di intersezione con la metro. Sarà a regime entro quattro anni. Masseroli: “Una rivoluzione a basso costo. Diventerà un sistema complementare alla metropolitana e al passante”

Milano, 15 giugno 2010 – “Una rivoluzione nel sistema della mobilità cittadina. La Circle line diventerà, a basso costo, un sistema di trasporto complementare alla metropolitana e al passante. Essa permetterà di spostarsi senza passare dal centro trasformando, di fatto, la struttura radiale in una rete”. Lo ha detto l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli durante un sopralluogo sul tracciato ferroviario interessato dalla realizzazione della Circle line.

Sul tracciato di 27 km del passante esistente saranno realizzate 6 nuove stazioni (Dergano, Istria, Forlanini, Zama, Tibaldi, Canottieri) che, con le 9 già in esercizio, andranno a incrociare le linee metropolitane facilitando tutte le interconnessioni. La frequenza dei treni passerà dagli attuali 30 a una media di uno ogni 6 minuti. Un’operazione che si potrà effettuare con l’acquisto di una decina di nuovi mezzi e con l’aumento della velocità di percorrenza che potrebbe portare a compiere il percorso intorno a Milano da nord-ovest a sud-ovest in meno degli attuali 30 minuti.

Documenti: il tracciato della Circle_line

Da Comune di Milano la notizia qui…

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Il Colosseo? E’ accerchiato dal traffico. L’allarme di Legambiente


Via dei Fori Imperiali, seen from the Colosseu...

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Duemila veicoli in un’ora transitano di fronte al Colosseo, via dei Fori Imperiali è come una superstrada in una tranquilla giornata romana, con un rumore assordante di 95,2 decibel dB(A) di picco, causa di notevoli vibrazioni.

Sono eclatanti i dati che Legambiente ieri ha rilevato con un monitoraggio realizzato di fronte all’antico Anfiteatro Flavio.

Ben 1165 sono automobili (54,6%), 353 sono scooter e moto (16,5%), 296 sono taxi (13,9%), ben 144 sono furgoni e camion (6,7%), ma sono del tutto incredibili 67 pullman turistici (3,1%), mentre arrancano in mezzo al traffico 95 autobus (4,4%) e 15 biciclette (0,7%).

Il totale di 2135 veicoli è da spavento, peraltro in una condizione di traffico non al massimo delle peggiori performance. In sostanza la quasi totalità dei dei veicoli sono privati (81%), mentre la quasi totalità del traffico arriva da Via Cavour e va in direzione via dei Fori Imperiali, piazza del Colosseo, via Labicana (90,4%).

“Al Colosseo è come stare su una superstrada, i Fori subiscono ogni giorno il traffico, lo smog e il rumore di una affollata strada statale. Sindaco Alemanno, questo scempio va fermato subito, l’area va resa pedonale con l’aiuto del Ministero dei Beni Culturali, la Capitale non può pensare di vincere la sfida delle Olimpiadi se non facendo scelte coraggiose” ha detto Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio.

Da Affaritaliani   la notizia qui…

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Bike to Work Day – giovedì 13 maggio 2010 – da soli o in compagnia


Bike to Work Day

Image by BikePortland.org via Flickr

Giovedì 13 Maggio 2010 sarà il Bike to Work Day. Per chi non lo sapesse ancora si tratta di prendere la propria bici ed utilizzarla per recarsi al lavoro giovedì 13 Maggio.

Ma se non si va al lavoro si può sempre usarla per andare a fare la spesa e commissioni varie, per accompagnare i figli a scuola, per andare al centro anziani ecc. ecc. Insomma più saremo in strada e meglio sarà.

Qualcuno ha anche auto-organizzato gruppi o singoli che partono da diverse parti di Roma e vanno nella stessa direzione per ora le direttrici sono:
1.Dorsale Tiburtina (Tecnopolo) gruppo Selex-SI
2.Dorsale Prenestina
3.Tuscolana – EUR (Poste) – gruppo Poste
4.Tuscolana/San Giovanni – Prati
5.Appio Latino-Cassia
6.Centro (Ponte Milvio) – Roma Nord (Salaria) – gruppo Sky

Altri gruppi o singoli si stanno creando di ora in ora per informazioni aggiornate: http://ciclomobilisti.forumfree.it/?f=8144601

Se volete unirvi ad un gruppo contattate direttamente sul forum gli organizzatori al link collegato al gruppo che vi interessa, non è strettamente necessario essere colleghi.

La partecipazione è gratuita.
I partecipanti, consapevoli dello svolgimento dell’uscita su strade urbane e passaggi ciclabili, sono tenuti al rispetto delle norme del codice della strada vigente e sono altresì responsabili della propria condotta e della propria sicurezza. Consigliato l’uso del casco.

Informazioni generali:
Forum: http://ciclomobilisti.forumfree.it
Blog: http://biketoworkday.blogspot.com
Facebook: http://www.facebook.com/

Da Biketoworkday la notizia qui…

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