ENERGIA – Rinnovabili termiche, arriva il decreto ai privati 700 mln di incentivi l’anno


Con oltre 12 mesi di ritardo il governo vara il provvedimento per lo sviluppo di solare e biomasse nel riscaldamento. Fondi anche per la messa in efficienza degli edifici pubblici. Lo Stato si farà carico del 40% dell’investimento. Clini: “Non ci saranno speculazioni” .

English: Bill is a thermographer with a home b...

English: Bill is a thermographer with a home based business in thermography. (Photo credit: Wikipedia)

ROMA – Con un ritardo di oltre 400 giorni rispetto alla scadenza prevista, i ministri dello Sviluppo economico Corrado Passera, dell’Ambiente Corrado Clini e delle Politiche agricole Mario Catania hanno varato oggi lo schema di decreto ministeriale per l’incentivazione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili nell’energia termica (riscaldamento a biomassa, pompe di calore, solare termico e solar cooling) e delle misure per la messa in efficienza energetica degli edifici pubblici.

Il provvedimento è un tassello fondamentale delle politiche di riconversione del sistema energetico nazionale in chiave sostenibile al quale l’Italia deve puntare anche in virtù dei traguardi fissati dalla direttiva dell’Unione europea “20-20-20” che fissa per il nostro Paese un obiettivo del 17% di energia prodotta da fonte rinnovabile entro il 2020 e un miglioramento dell’efficienza, alla stessa data, del 20%.

“Per quanto riguarda le fonti rinnovabili termiche – spiega una nota del ministero dell’Ambiente – il nuovo sistema incentivante promuoverà interventi di piccole dimensioni, tipicamente per usi domestici e per piccole aziende, comprese le serre, fino ad ora poco supportati da politiche di sostegno. Il cittadino e l’impresa potranno dunque più facilmente sostenere l’investimento per installare nuovi impianti rinnovabili ed efficienti (con un costo di alcune migliaia di euro) grazie a un incentivo che coprirà mediamente il 40% dell’investimento e che verrà erogato in 2 anni (5 anni per gli interventi più onerosi)”.

[…]”Lo Stato si prende l’impegno di pagare una quota importante dell’investimento di famiglie e pubblica amministrazione per l’efficienza in campo energetico: parliamo del 40% dell’investimento per cifre che sfiorano i 900 milioni di euro all’anno”, ha spiegato il ministro Passera illustrando il provvedimento intervenendo agli Stati generali della green economy in corso a Rimini. “Abbiamo 700 milioni di euro all’anno per i privati e 200 milioni per le amministrazioni pubbliche per tutto il tempo della durata degli investimenti – ha aggiunto Clini – Le risorse sono reperite sulla bolletta elettrica e sulla bolletta del gas per il tempo necessario”.

Il decreto sull’incentivazione, che sulla scia di quello per il fotovoltaico è stato ribattezzato “conto termico”, è finalizzato a promuovere soprattutto i piccoli e medi impianti con una potenza attorno ai 500 kW, tarati quindi su famiglie, condomini o piccole imprese.

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In autostrada con l’elettrica Parte la sfida più difficile


Italian motorway network (motorways, distribut...

Italian motorway network (motorways, distributions, connections, orbitals and RA). (Photo credit: Wikipedia)

Il progetto prevede la creazione, sui 97 chilometri della Milano – Brescia, di una flotta di 72 auto elettriche, 18 parcheggi di interscambio con 144 punti di ricarica presso le uscite autostradali
di ANTONIO CIANCIULLO

In autostrada con la macchina elettrica. Sembra quasi uno scherzo, in una situazione in cui l’auto con la spina fatica a trovare spazio in città, il suo habitat ideale. Invece è una proposta concreta, pensata per un rilancio in grande stile della mobilità a smog zero (se l’elettricità viene ottenuta da fonti rinnovabili).

Verrà lanciata nel corso di MobilityTech e prevede la creazione, sui 97 chilometri della Milano – Brescia, di una flotta di 72 auto elettriche, 18 parcheggi di interscambio con 144 punti di ricarica presso le uscite autostradali, 10 punti di fast charge, un’infrastruttura formata da pensiline fotovoltaiche alimentate da fonti rinnovabili certificate.

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Il Quinto Conto Energia è legge


Energías Renovables

Energías Renovables (Photo credit: Jumanji Solar)

Emanati i provvedimenti che definiscono i nuovi incentivi a fer elettriche e fotovoltaico.Via libera definitivo ai due decreti ministeriali con la firma dei ministri Passera, Clini e Catania. Tra le modifiche apportate, ampliamento del budget di spesa a 500 mln e innalzamento della soglia per il registro solare.

(Rinnovabili.it) – Il Quinto Conto Energia e il provvedimento sulle rinnovabili elettriche sono ufficialmente legge. Come preannunciato dallo stesso Passera, si è conclusa venerdì sera la lunga marcia dei due decreti ministeriali che definiscono le nuove tariffe statali per l’elettricità verde “made in Italy”. Anche il ministro dell’ambiente Corrado Clini e quello delle politiche agricole Mario Catania hanno apposto la propria firma sui due testi, formalizzando così il via libera ai nuovi regimi incentivanti. Durante questi mesi di attesa, dura prova il settore delle rinnovabili italiane, si è assistito ad un susseguirsi di prese di posizione e scontri, ma nonostante gli interventi della Commissione Europea, il parere condizionato delle regioni e l’appello degli attori del settore, i testi finali dei due decreti non si discostano troppo dalle posizioni iniziali a cominciare dalla disposizione, in linea con le previsioni della precedente normativa, dell’entrata in vigore 45 giorni dopo il superamento (previsto a breve) della soglia di 6 miliardi di incentivi per il fotovoltaico, e il 1 gennaio 2013 per le altre rinnovabili elettriche, pur prevedendo un periodo transitorio di 4 mesi. Unica eccezione è quella prevista per gli impianti pv realizzati su edifici pubblici e su aree delle amministrazioni pubbliche che entrano in esercizio entro il 31 dicembre 2012 a cui si applicheranno ancora le tariffe del Quarto Conto Energia.

Gli obiettivi rimangono gli stessi: raggiungere e superare i target richiesti dalla UE riducendo l’onere sulle bollette di cittadini e imprese attraverso un sistema di sussidi – a detta dei ministri – “moderno, sostenibile ed equo”. Attraverso una nota congiunta Clini e Passera ci tengono però a sottolineare che nelle ultime settimane, sono state effettuate importanti modifiche migliorative, che integrano in un certo qual senso i pareri dell’Autorità per l’Energia e della Conferenza Unificata, oltre a tener conto delle specifiche mozioni Parlamentari e i suggerimenti di Associazioni di categoria.

“I Decreti – si legge nella nota stampa – pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile delle energie rinnovabili, allineando gli incentivi ai livelli europei e adeguandoli agli andamenti dei costi di mercato delle tecnologie (calati radicalmente nel corso degli ultimi anni). Si introduce inoltre un sistema di controllo e governo dei volumi installati e della relativa spesa complessiva (aste per impianti grandi e registri per impianti di taglia media).”

COSA E’ CAMBIATO Le settimane di concertazione fra i tre dicasteri competenti, e soprattutto l’irremovibilità del ministro dell’Ambiente su alcuni punti clou hanno portato alla modifica di alcune norme rispetto alla versione originale dei decreti, a partire da un ampliamento del budget di spesa, per un totale di 500 milioni di euro annui – pari a ulteriori 10 miliardi di Euro di spesa su 20 anni – suddivisi tra Quinto Conto Energia (200 milioni) e rinnovabili elettriche (300 milioni) e da un forte semplificazione delle procedure per l’iscrizione ai registri che introduce l’autocertificazione in sostituzione dell’atto di notorietà.

Inserito anche un contenuto innalzamento delle soglie di accesso ai registri, che passa così dai 12 ai 20 KW per tutte le categorie rilevanti a patto che accettino di ricevere una tariffa incentivante decurtata del 20%, esentando invece dall’obbligo gli impianti a concentrazione, quelli innovativi e quelli realizzati da Amministrazioni pubbliche, oltre a quelli in sostituzione di amianto fino a 50 KW. Gli altri impianti fotovoltaici accedono, invece, qualora rispettino i requisiti stabiliti previa iscrizione in appositi registri, “in posizione tale da rientrare nei seguenti limiti massimi di costo indicativocumulato annuo degli incentivi:

a) 1° registro: 140 milioni di euro;

b) 2° registro: 120 milioni di euro;

c) registri successivi: 80 milioni di euro a registro e comunque fino al raggiungimento del limite.

Rimangono confermate le premialità gli impianti fotovoltaici realizzati in sostituzione di coperture in eternit e quelli con preponderante uso di componenti europei, e la priorità di accesso al registro per gli impianti realizzati dalle aziende agricole. Infine è stato aggiunto un incremento delle tariffe per alcune specifiche tecnologie che presentano una forte ricaduta sulla filiera nazionale come nel caso geotermico innovativo, fotovoltaico a concentrazione e innovativo.

Da Rinnovabili.it   la n0tizia qui…

Energía eólica en Neuquén

Energía eólica en Neuquén (Photo credit: SEOWEB2)

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La verità sulle bollette? A pesare sono le fossili


Information on pump regarding ethanol fuel ble...

Pubblicato il dossier di Legambiente sugli oneri elettrici. In dieci anni le famiglie hanno dovuto pagare un aumento di circa 177 euro a famiglia. Ma le rinnovabili incidono solo per il 13% sulle fatture elettriche.

Mentre i consumatori sono alle prese con il nuovo aumento sulle bollette elettriche, Legambiente torna ancora una volta sulla questione per portare un po’ di chiarezza sugli oneri delle fatture energetiche italiane. Chiarezza necessaria dal momento che quel +4,3% approvato dall’AEEG sulla componente tariffaria a copertura dei costi per gli incentivi diretti alle fonti rinnovabili ed assimilate ha ridestato l’attenzione di quanti incolpano le green energy del caro bolletta. Che gli importi delle fatture elettriche degli italiani, nell’ultimo decennio, siano levitate è un dato di fatto. Secondo i dati riportati dall’Authority la spesa annua delle famiglie è aumentata del 52,5% tra il 2002 e il 2012, passando da 338,43 a 515,31 euro. Ma, spiega Legambiente, i 176,88 euro in più che le famiglie si trovano a pagare non vanno attribuite al peso delle rinnovabili.

La colpa, afferma l’Associazione nel suo dossier “La verità sulle bollette elettriche”, è “dell’andamento del prezzo del petrolio e della nostra dipendenza dall’estero per le importazioni di fonti fossili”. Ogni segno più nella voce “servizi di vendita” – che comprende tutti i servizi e le attività svolte dal fornitore per acquistare e poi rivendere l’energia elettrica ai clienti – è seguito un aumento puntale delle bollette. E se la voce in questione è praticamente “decollata” passando da 106,06 euro a 293,96, nelle fattura familiari si è registrato un aumento del 177,2%.

Da Rinnovabili.it   la notizia qui…

English: This graph shows the development of o...

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RES4MED, il super-network delle rinnovabili mediterranee


Centrale-enel

Centrale-enel (Photo credit: Wikipedia)

Dal convegno dedicato al futuro dell’energia nel Mediterraneo. Presentata oggi a Roma la nuova associazione, creata da Enel Green Power, Edison, CESI, GSE, PwC e PoliMi. Fungerà da raccordo tra tutte le iniziative internazionali in atto sulle eco-energie.

Trasformare le sfide che l’area del Mediteranno si troverà ad affrontare nel prossimo ventennio in vere e proprie opportunità di crescita energetica ed economica. Un obiettivo complicato ma possibile se l’impegno è quello promosso dalla neonata RES4MED – Renewable Energy Solutions for the Mediterranean. Si tratta della nuova associazione no-profit creata da Enel Green Power, Edison, CESI, GSE, PwC e il Politecnico di Milano e presentata oggi a Roma, presso l’Auditorium Enel. RES4MED, che ha già raccolto l’adesione di Asja Ambiente Italia, Fondazione Bordoni, Terna Plus, Ricerca di sistema-RSE, Aper e Althesys, nasce con il preciso compito di promuovere le fonti di energia rinnovabile e le necessarie reti di distribuzione e trasporto nell’area mediterranea.

Un progetto dalle molteplici sfaccettature che si propone di coinvolgere in modo sistematico e valorizzare le diverse competenze tecniche, economiche, di ricerca presenti a livello mondiale con le analoghe competenze già all’opera in molti paesi del bacino del mediterraneo, assurgendo in qualche modo al ruolo di “network di networks”. La mission di RES4MED sarà infatti quella di dialogare con gli organi politici e i player energetici, raccordando fra loro le iniziative internazionali in atto, sia quelle istituzionali come Med Solar Plan e MEDREG, che quelle industriali come Desertec Di e MedGrid e quelle nazionali come i programmi attivati in questi anni da Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto e Giordania.

Da Rinnovabili.it   la notizia qui…

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Libri – “Green Building Economy” Primo rapporto su edilizia, efficienza e rinnovabili in Italia a cura di Giuliano Dall’Ò


Ecco un bel libro da segnalare…

Green Building Economy
Primo rapporto su edilizia, efficienza e rinnovabili in Italia
a cura di Giuliano Dall’Ò

Collana: Saggistica – Kyoto Books
pag. 336, euro 28,00
ISBN 978-88-6627-026-3

Efficienza energetica nell’edilizia ed energie rinnovabili appaiono come i settori su cui iniziare a ricostruire una prospettiva di innovazione e sviluppo per la nostra economia.
Le urgenze ambientali, energetiche ed economiche rendono inevitabile l’incremento dell’efficienza e lo sfruttamento delle rinnovabili nel settore edilizio, e il nostro paese è diventato uno dei principali mercati mondiali per le tecnologie di produzione energetica da fonti rinnovabili.
Una realtà composita ma di grande interesse, che per la prima volta viene ritratta in numeri e parole nel rapporto messo a punto dal Gruppo di lavoro sull’efficienza energetica di Kyoto Club, coordinato da Giuliano Dall’Ò.

Il volume è diviso in tre parti. La prima analizza la green economy nel settore edilizio in Italia, approfondendo il quadro normativo nazionale ed europeo.

La seconda indaga sul mercato dei sistemi, delle tecnologie e dei servizi con il contributo delle diverse associazioni di categoria.

La terza parte, infine, esamina in modo critico le strategie adottate nel nostro Paese per accelerare il cambiamento verso una prospettiva di innovazione e sviluppo sostenibile nel settore.

Oltre a presentare una grande quantità di dati, il libro è arricchito dai contributi dei protagonisti del settore, che offrono spunti importanti ed innovativi.

autore:
Giuliano Dall’Ò è professore associato di Fisica tecnica ambientale presso il Dipartimento BEST del Politecnico di Milano. Con Edizioni Ambiente ha pubblicato Manuale della certificazione energetica degli edifici (2008-2010) e Green Energy Audit (2011).

Da Edizioni Ambiente   la notizia qui…

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Milano M4 Linate-Forlanini FS – Tar: «Metrò 4, gare regolari». Via ai cantieri


Italiano: La stazione Montenapoleone della lin...

Trasporti – Maran: da febbraio i lavori per la tratta Linate-Forlanini. I giudici bocciano il ricorso contro gli appalti. Per il 2015 solo tre fermate su otto.

Percorso minimo. Tre stazioni su otto. Quattro chilometri scarsi. Prima del 2015, la linea 4 della metropolitana arriverà dall’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria Forlanini, che verrà costruita entro il 2013 proprio all’imbocco di viale Corsica, dove già corrono i binari dei treni Fs in arrivo da Lambrate. A quella stazione approderà anche il Passante. Ieri il Tar ha bocciato i ricorsi della cordata Pizzarotti contro l’aggiudicazione dei lavori all’associazione temporanea di imprese guidata da Impregilo. Si sblocca così l’ultimo passaggio burocratico-amministrativo: i cantieri partiranno il primo febbraio, dall’aeroporto di Linate. Questo ulteriore ritardo (almeno 5 mesi) ha costretto però il Comune ad aggiornare di nuovo il programma degli scavi.

«La linea 4 sarà realizzata per l’Expo», proclamava in campagna elettorale, la primavera scorsa, l’ex sindaco Letizia Moratti. Nelle riunioni tecniche circolavano però ipotesi molto diverse: la più ottimistica (ma già ridimensionata rispetto ai proclami) prevedeva l’arrivo a San Babila; la più realistica (ma comunque di complicatissima realizzazione) «fermava» il nuovo metrò a Dateo. Oggi, a causa di tutti i ritardi accumulati nel passato ed ereditati dalla giunta Pisapia, entro il 2015 il Comune può assicurare con certezza soltanto la costruzione delle gallerie fino alla fine di viale Forlanini. «Il nostro obiettivo è quello di consegnare il prima possibile l’intera linea ai milanesi — ha spiegato l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran—ma l’arrivo alla fermata di Forlanini Fs, dove verrà costruita la nuova stazione del Passante ferroviario, assicura comunque il collegamento di Linate con il sito dell’esposizione».

L’aggiudicazione alla cordata Impregilo è del 12 luglio 2011. La decisione del Tar, dopo la presentazione del ricorso, era attesa per la fine di novembre; al consiglio sono servite però due camere di consiglio per arrivare a una sentenza, e così la decisione (si attendono ancora le motivazioni) è slittata al 18 gennaio. Il progetto della M4 nasce diviso in due tratte: una da Lorenteggio a Sforza/Policlinico (6,5 chilometri e 13 stazioni); l’altra da Sforza/Policlinico a Linate (7,7 chilometri e 8 stazioni). Il progetto è stato poi unificato, per ridurne i tempi di realizzazione, e ha un valore complessivo di un miliardo e 700 milioni, al quale il ministero dei Trasporti contribuisce per il 46 per cento del costo, i privati per il 30 per cento e il Comune per la restante parte. La linea avrà il colore blu.

L’arrivo da Linate alla stazione Forlanini nel 2015 dovrebbe essere seguito, l’anno dopo, con il prolungamento fino a San Babila. Di certo non saranno rispettati i tempi (ipotizzati anni fa) per la costruzione dell’intero percorso fino a Lorenteggio entro il 2017. La prima tratta della «linea blu» non avrà particolari problemi costruttivi perché corre per la sua gran parte nel tratto non urbanizzato a Est della città, e i cantieri verranno aperti a lato di viale Forlanini. Molto diverso, e ben più complesso, sarà invece l’«ingresso» in città. Le stazioni verranno costruite in cantieri a cielo aperto, le gallerie saranno invece scavate da un’enorme talpa meccanica sotterranea. Qualche sconvolgimento nella viabilità ci sarà di certo, in particolare perché un cantiere cardine per l’intera linea (un po’ come quelli del cimitero Monumentale e di San Siro aperti ora per la linea 5) verrà localizzato in corso Matteotti. «L’avvio di Area C—conclude Maran — è stato fondamentale anche perché con la riduzione del traffico in centro speriamo di ridurre al minimo i disagi per i futuri cantieri».

English: Logo of future M4 Line of the Milan M...

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Da Corriere.it  la notizia qui…

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Cogenerazione ad alto rendimento: come si richiedono gli incentivi?


On line la modulistica per la richiesta dei Certificati Bianchi.Una nuova sezione, sul sito web del GSE, aiuterà i produttori ad orientarsi tra istruzioni operative e modulistica necessaria per le richieste di accesso al regime di sostegno.

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(Rinnovabili.it) – Il Decreto ministeriale 4 agosto 2011 ha stabilito i nuovi criteri per il riconoscimento della condizione di Alto Rendimento (CAR) per gli impianti di cogenerazione, criteri validi a partire dal 1° gennaio 2011 che completano finalmente il recepimento della Direttiva europea del 2004. In questo contesto il Gestore dei Servizi Energetici, secondo quanto stabilito dal Decreto ministeriale 5 settembre 2011, deve provvedere al riconoscimento del funzionamento CAR per le unità di cogenerazione che lo richiedono ed a determinare il numero – e qualora il produttore ne faccia richiesta a ritirare – Certificati Bianchi cui hanno diritto gli impianti riconosciuti. Una nuova sezione sul sito web del GSE, aiuterà i produttori ad orientarsi tra istruzioni operative e modulistica necessaria per le richieste di riconoscimento CAR e di accesso al regime di sostegno.

Le unità di cogenerazione hanno diritto, per ciascun anno solare in cui soddisfino i requisiti stabiliti, all’emissione dei Titoli di Efficienza Energetica di tipologia II, in numero proporzionale al risparmio energetico realizzato. I certificati, qualora non venissero utilizzati per adempiere a questi obblighi nazionali di risparmio energetico oppure venduti a terzi, possono essere ritirati dal Gestore a un prezzo pari a quello vigente alla data di entrata in esercizio dell’unità (o alla data di entrata in vigore del DM 5 settembre 2011 nel caso di unità già in esercizio); le unità di cogenerazione riconosciute CAR ed entrate in esercizio a seguito di nuova costruzione o rifacimento dopo il 7 marzo 2007 godono di un periodo di incentivazione di 10 anni solari o 15 anni solari se abbinate a reti di teleriscaldamento. E’ di soli 5 anni invece per quelle entrate in esercizio tra il 1° aprile 1999 e il 7 marzo 2007. “La richiesta di incentivo – si legge nella nota stampa – va presentata al GSE entro il 30 novembre 2011 per le produzioni relative agli anni 2008, 2009 e 2010. Per le produzioni dell’anno 2011 e successivi, le richieste dovranno essere inviate al GSE entro il 31 marzo di ogni anno a partire dal 2012”.

Da Rinnovabili.it   la notizia qui…

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RINNOVABILI: IL SETTORE ATTENDE I DECRETI ATTUATIVI DEL DLGS. 28/2011


decreto abracadabra

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RINNOVABILI: IL SETTORE ATTENDE I DECRETI ATTUATIVI DEL DLGS. 28/2011  CHE DOVEVANO ESSERE EMANATI ENTRO OGGI PER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO COMUNITARIO E RILANCIARE L’ECONOMIA. IL PRESIDENTE DELL’ANEV SIMONE TOGNI: “AUSPICHIAMO ALMENO CHE L’ATTESA SIA RIPAGATA CON UN PROVVEDIMENTO RISOLUTIVO PER IL COMPARTO”.

Roma, 29.09.2011: L’ANEV – Associazione Nazionale Energia del Vento – auspica una rapida emanazione dei decreti attuativi al Decreto Legislativo 28/2011, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, la cui data limite era prevista per oggi (29/09/2011 ndr.). L’Associazione sottolinea l’importanza di questi provvedimenti per garantire al settore regole certe e trasparenti e superare l’attuale incertezza diffusa in ambito normativo che il comparto sta scontando con una crisi evidente.

Da Anev la notizia qui…

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IL CASO – Assunzioni e nuove aperture cresce solo l’economia verde


Green Jobs Not Jails

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Inaugurato in provincia di Arezzo un laboratorio di ricerca sulle rinnovabili che darà lavoro a 200 persone. Un caso non isolato che conferma le potenzialità occupazionali della green economy.

Assunzioni e nuove aperture cresce solo l’economia verde.
ROMA – Duecento assunzioni nel giro di un anno non risolvono di certo il problema della disoccupazione, ma indicano una strada. Se l’Italia vuole riprendere a crescere (possibilmente in maniera sostenibile), esportare tecnologia e porre argine alla fuga di cervelli, la via da percorrere è quella della ricerca e della green economy.

A Terranova Bracciolini, in provincia di Arezzo, la multinazionale dell’energia pulita One-Power (che già impiega in Italia circa 1200 dipendenti) ha inaugurato venerdì il suo Centro d’Eccellenza e Sviluppo delle fonti rinnovabili. Un laboratorio distribuito su due piani con una superficie di 1672 metri quadrati che da qui alla fine del 2012 darà lavoro a duecento persone, 135 delle quali ingegneri chiamati a studiare come ricavare e immagazzinare meglio l’energia prodotta da sole e vento.

Sono ormai mesi che analisi sulle potenzialità occupazionali della green economy vengono pubblicate a ritmo periodico. Tra le ultime, quella sfornata dall’apposita task force di Confindustria sulla possibilità di ottenere, da qui al 2020, 1,6 milioni di unità di lavoro nel solo settore dell’efficienza energetica. Non a caso il tema è uno dei punti inseriti nel manifesto per la crescita 1 recapitato al governo dagli industriali.

Un altro studio, questa volta realizzato da Unioncamere e Symbola, stima invece che il 30% delle piccole e medie imprese punta su scelte connesse a vario titolo alla green economy, con una percentuale che sale nelle imprese che esportano (33,6%), che sono cresciute economicamente anche nel disastroso 2009 (41,2%).

Da Termini Imerese 2 alla Iveco-Iribus 3, dalla Jabil 4 alla Fincantieri 5: a interrompere la lunga sequenza di notizie drammatiche dal mondo del lavoro sono quasi sempre e quasi solo aziende che hanno a che fare con l’economia verde. Il laboratorio di Terranova Bracciolini non è infatti un caso isolato.

Qualche settimana fa la Angelantoni ha inaugurato in Umbria il nuovo impianto 6 della Archimede Solar Energy per la produzione di ricevitori per centrali solari a concentrazione. “La produzione comincerà con una capacità annua di 75mila ricevitori e potrà essere aumentata a 140mila, offrendo lavoro a 200 persone, figure professionali di alta specializzazione”, ha spiegato l’amministratore delegato Gianluigi Angelantoni.

Risale invece a luglio l’apertura in provincia di Catania della più grande fabbrica italiana per la produzione di moduli fotovoltaici. L’impianto 3Sun, nato da una joint venture tra Enel Green Power, Stm e Sharp, nella fase iniziale occuperà 280 addetti qualificati e avrà una capacità produttiva di pannelli fotovoltaici di 160 MW all’anno, che potrà essere incrementata nel corso dei prossimi anni a 480 MW l’anno. Nella primavera scorsa, inoltre, una ventina di imprese, da Bolzano a Salerno, passando per Roma e Pisa, era a caccia di circa 250 persone, come certificavano le segnalazioni riportate sul Sole 24 Ore dell’11 maggio.

Da Repubblica.it   la notizia qui…

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12 maggio 2011: Bike-to-Work Day. Dagli Usa a Roma, a lavoro si va in bici


Bike to Work Week

Image by Rob__ via Flickr

Dagli anni Cinquanta il Nord America dedica una giornata alla mobilità su due ruote nei percorsi casa-lavoro, invitando a lasciare l’auto a casa per recarsi a lavoro in bici. E’ il Bike-to-Work Day, che Roma – attraverso il gruppo di ciclisti urbani “Ciclomobilisti” – celebra per la seconda volta giovedì 12 maggio. Commenta la notizia e segnalaci se anche nella tua città è previsto il Bike-to-Work Day.

Andare a lavoro in bici: per qualcuno è un’abitudine, per altri un’eccezione. A sensibilizzare i cittadini sull’uso delle due ruote nei tragitti casa-lavoro – una scelta pulita per l’ambiente e sana per le persone – ci pensa da qualche decennio il Bike-to-Work Day, la giornata dedicata all’andare a lavoro in bici, un evento che negli Stati Uniti e in Canada si tiene tradizionalmente il terzo venerdì di maggio. Il merito di aver istituito, nel 1956, la giornata dedicata al pendolarismo in bicicletta va infatti alla Lega dei Ciclisti Americani, un’associazione che dal 1880 si occupa di promuovere l’uso della due ruote per divertirsi, fare sport e spostarsi in maniera sostenibile, nell’ottica di creare una società a misura della bicicletta. Quest’anno la giornata è stata indetta per il 20 maggio, a conclusione della Settimana della bicicletta (che si terrà in Nord America dal 16 al 20 maggio). Sul portale americano Bike to work week si può consultare una mappa dei paesi e delle città che in tutto il mondo hanno deciso di adottare il Bike-to-Work Day.

Navigando sul sito, ci imbattiamo in un messaggio italiano: è firmato dai “Ciclomobilisti”, un gruppo di ciclisti urbani romani “che usano la bici non solo per svago” e che, per il secondo anno consecutivo, sono i promotori del Bike-to-Work Day a Roma. La giornata si terrà il giovedì 12 maggio.

In quanto organizzatori dell’evento, i Ciclomobilisti si propongono di aiutare le persone che decideranno di lasciare l’auto a casa a “cercare il percorso ottimale, in sicurezza, su strade non troppo trafficate, eventualmente con passaggi sulle poche ma pur sempre presenti ciclabili di Roma”. Per scambiarsi idee, opinioni, chiedere supporto o trovare compagni di strada con cui condividere lo stesso percorso hanno quindi creato un forum e una mappa dei gruppi e dei percorsi che si stanno formando per il 12 maggio.

I Ciclomobilisti consigliano inoltre di provare a chiedere ai “propri datori di lavoro, ove possibile, di permettere per quel giorno di parcheggiare le bici nel cortile o nel parcheggio aziendale e magari di mettere a disposizione una stanza per potersi cambiare”. Insomma, un incoraggiamento a salire in sella, ma anche a parlarne con amici o datori di lavoro impegnandosi a creare, passo dopo passo, una vera cultura di sostegno alla ciclabilità urbana.

Di seguito, una lista di materiali messi a disposizione dai Ciclomobilisti di Roma da cui prendere spunto per organizzare, anche nelle altre città d’Italia, il Bike-to-Work Day.

  1. Guida gratuita “BIKE TO WORK – Vado al lavoro in bici”
  2. Volantino da mettere in bacheca o diffondere tra gli amici
  3. Lettera di presentazione dell’evento
  4. Sito dell’evento

Da Eco dalle città    la notizia qui…

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Cosa deve essere l’Italia al 2050 dal punto di vista energetico?


Energia Solare, Acqua, Vento

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La tragedia di Fukushima deve diventare un’ulteriore occasione per riflettere sullo scenario energetico di medio e lungo periodo per il nostro paese. Il primo passo è al 2020, rivedendo da subito il Piano d’Azione Nazionale per le rinnovabili. L’opinione di Gianni Silvestrini a Ecoradio.

È stupefacente, quasi imbarazzante, la dichiarazione di Berlusconi secondo cui il referendum non si farà perché c’è il rischio perderlo e, di conseguenza, di rinviare sine die il ritorno al nucleare. Una soluzione che viene ancora vista dal premier come una scelta strategica.

Dobbiamo tenere gli occhi aperti e soprattutto cogliere l’occasione di una approfondita riflessione, presentatasi a livello mondiale dopo la tragedia di Fukushima, sul futuro scenario energetico nel nostro paese nel medio e lungo periodo.

Anni fa il governo aveva annunciato una Conferenza nazionale sull’energia che non si è mai tenuta e che forse si farà solo nei prossimi mesi. Ma sarà comunque importante capire quale futuro ci aspetta da qui al 2050 per il paese. L’Europa ci ha chiesto di rivedere il Piano d’Azione Nazionale sulle fonti rinnovabili al 2020. Questa rappresenta un’importante occasione anche perché ad esempio il fotovoltaico sta dimostrando di poter dare risultati maggiori rispetto a quelli che il Governo aveva indicato un anno fa.

Potremo quindi raggiungere l’obiettivo al 2020 senza ricorrere a importazioni di energia da rinnovabili dall’estero. Ma il 2020 rappresenta solo un primo step: dobbiamo guardare oltre, così come fanno gli altri paesi europei che delineano uno scenario in cui le rinnovabili hanno un ruolo centrale nel panorama energetico nazionale. Fondamentale sarà importante capire come sarà l’Italia del 2050. Siamo convinti che per la produzione di energia elettrica a metà secolo il nostro paese potrà essere completamente autosufficiente, dipendendo solo dalle fonti rinnovabili.

Questa è comunque una scelta che dovrà essere condivisa, analizzata, studiata e approfondita e poi, su questi basi, si dovranno definire delle strategie coerenti con i risultati che si intendono perseguire.

Da Ecoradio   la notizia qui…

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UNIONE EUROPEA “Una rete elettrica intelligente” Meno consumi, si vive meglio


Commissioner for Energy Günther Oettinger mode...

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Il Commissario Ue all’Energia Oettinger, in occasione della Settimana dell’energia sostenibile inaugurata a Bruxelles, scommette su una rivoluzione infrastrutturale per abbattere i consumi, ridurre le emissioni di anidride carbonica, creare occupazione e favorire la competitività delle imprese: “Dobbiamo agire subito”.

BRUXELLES – Bisogna rendere la rete elettrica europea intelligente in tempi strettissimi realizzando una rivoluzione infrastrutturale in grado di abbattere i consumi, ridurre le emissioni di anidride carbonica, creare occupazione e favorire la competitività delle imprese. E’ questa la nuova scommessa a cavallo tra economia e ambiente lanciata dalla Commissione Ue in occasione della Settimana dell’energia sostenibile inaugurata questa mattina a Bruxelles. Il piano, illustrato dal commissario all’Energia Günther Oettinger, prevede una marcia a tappe forzate.

“Dobbiamo agire subito, non possiamo mancare di approfittare delle opportunità offerte dalla piena realizzazione di una smart grid“, ha chiarito Oettinger. Il primo passo è la creazione di standard tecnici comuni già nel giro del 2012. Poi, nella tabella di marcia esposta dal Commissario, occorrerà capire come difendere i dati che viaggiano in rete, studiare un piano di incentivi agli investimenti, favorire un’ulteriore liberalizzazione del mercato e fornire sostegno alla ricerca e all’innovazione. Un piano ambizioso che Bruxelles è convinta vada però perseguito con la massima rapidità e il massimo impegno.

“Mettendo insieme i progressi nel campo della information technology con un lavoro di network saremo in grado di far arrivare la corrente esattamente dove e quando serve al prezzo più basso“, ha detto ancora Oettinger. Un flusso “intelligente” con ricadute positive in molti campi.

Da Repubblica la notizia qui…

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SOS Rinnovabili: la petizione


Pedagaggi #14

Image by Sebastiano Pitruzzello (aka gorillaradio) via Flickr

in nome di tutti i cittadini che lottano per un futuro più equo e più sicuro

CHIEDE al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, alla PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, a TUTTI i MEMBRI del PARLAMENTO, al PRESIDENTI di CAMERA e SENATO e ai PRESIDENTI di TUTTE le REGIONI di:

sospendere il decreto Romani del 3 marzo 2011 che ha bloccato lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Questo decreto varato, senza tener conto di quanto osservato da due rami del parlamento, ha cancellato retroattivamente impegni triennali assunti dal governo solo pochi mesi prima, spingendo le banche a chiudere il rubinetto del credito per le opere in corso, compromettendo la stabilità di oltre 150 mila famiglie e fermando i cittadini che avevano attivato le procedure per installare un impianto fotovoltaico.
Tutto ciò è avvenuto proprio alla vigilia di avvenimenti che sottolineano l’urgenza dello sviluppo di fonti energetiche basate su materie prime che abbiamo in casa:  il sole, il vento, l’acqua. Il grave incidente alla centrale di Fukushima e il manifestarsi di concreti rischi di approvvigionamento di gas e petrolio  a seguito di eventi non controllabili dal nostro Paese impongono di rivedere il vecchio modello energetico e devono sollecitare un’inversione di rotta anche delle politiche energetiche del governo.
Questo nuovo quadro offre una grande opportunità per le imprese italiane che negli ultimi anni, nonostante l’assenza di una strategia pubblica di largo respiro,  sono state protagoniste di una formidabile rimonta che ha riportato il Paese in una posizione di testa nella corsa europea in questo settore strategico della green economy. Merito anche dello straordinario impegno di tanti presidenti di Regione e di Provincia, sindaci, amministratori e, soprattutto, cittadini che si sono impegnati direttamente in questa battaglia per la democrazia energetica, per riportare le redini dell’energia in Italia.
Occorre, dunque, uscire rapidamente da questa situazione di grave crisi che rischia di vanificare il grande sforzo compiuto gettando un’ombra sul futuro energetico. E si può farlo avviando una seria programmazione energetica e sospendendo per un anno l’entrata in vigore di tutti gli effetti limitativi della promozione delle fonti rinnovabili contenuti nel decreto n.28  del 3 marzo 2011  pubblicato il 28 Marzo 2011 sulla Gazzetta Ufficiale (con particolare riferimento al comma 10 dell’articolo 25) con ripristino provvisorio delle regole previgenti per:

  1. evitare l’emanazione di una regolamentazione decisa sulla base di informazioni di parte e incomplete, alimentate da una campagna di disinformazione che ha ignorato gli obiettivi essenziali svolti dalle fonti rinnovabili: il rispetto degli impegni assunti dall’Italia in sede comunitaria al 2020; la tutela della salute dei cittadini messa a rischio dagli inquinanti prodotti dai combustibili fossili; la difesa della stabilità climatica minacciata dalla crescita dei gas serra.
  2. difendere il principio della certezza del diritto su cui si basa la nostra democrazia e che è stato messo in discussione dalla cancellazione retroattiva delle garanzie governative in base alle quali cittadini e imprenditori hanno assunto impegni con il sistema creditizio.

Da SOS Rinnovabili la notizia qui…

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Rinnovabili, dal decreto Romani stop a solare e eolico


emblem of the Italian Republic

Image via Wikipedia

Oggi, lunedì 28 febbraio le associazioni ambientaliste e di settore insieme alle aziende dell’energie rinnovabili saranno davanti al Ministero per lo Sviluppo economico per una conferenza stampa sulla proposta di Decreto legislativo in attuazione della direttiva 2009/28/CE, che il ministro Romani presenterà al Pre-Consiglio dei Ministri di martedì 1 marzo, che bloccherebbe inesorabilmente lo sviluppo delle Rinnovabili in Italia.

Da Alternativa sostenibile la notizia qui…

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