Dall’AAA dell’annuncio, all’A della certificazione energetica. Da oggi accanto alle indicazioni su superficie, posizione e rifiniture, chi vende un’abitazione dovrà indicare anche l’indice di prestazione energetica.
Si tratta di un fondamentale passo avanti per valorizzare gli immobili che consumano meno. La novità è stata introdotta sulla scorta del decreto rinnovabili (Dlgs 28/2011), ma come troppo spesso accade in Italia rischia di essere depotenziata nei suoi possibili effetti positivi dalla mancanza di indicazioni sulle sanzioni previste per chi non rispetta l’obbligo, che riguarda tutti gli annunci immobiliari (cartacei, su internet, in tv, tramite volantini e cartelli). Fa eccezione la Regione Lombardia che ha inserito invece multe fino a 5 mila euro in caso di inadempienza.
L’indice di prestazione dell’immobile è contenuto nell’Ace, l’Attestato di certificazione energetica, documento redatto da un tecnico abilitato che attesta la prestazione energetica dell’edificio e i parametri energetici caratteristici dell’edificio. Si tratta di una “etichetta di qualità” energetica simile a quella degli elettrodomestici: se è di classe “A”, l’immobile è ad altissima efficienza energetica, se di classe “C” significa che rispetta le attuali normative, e così via fino alla G. “Ma già gli edifici in Classe B, sono ormai quasi fuori mercato”, spiega Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, il centro studi specializzato nel settore delle costruzioni.
Secondo Confabitare, la norma è destinata a influenzare in poco tempo il mercato delle case, determinando un vero e proprio punto di svolta nei tradizionali criteri di valutazione in campo immobiliare.
Da Repubblica.it la notizia qui..
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